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Genova, sesso e cene in cambio di appalti: scandalo sull'azienda rifiuti

Indagati 6 funzionari dell'Amiu, la municipalizzata che gestisce la pulizia in città. Avrebbero favorito una società nelle operazioni del dopo alluvione

Giulio Bucchi
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Cene ed escort in cambio di appalti. Da una parte dirigenti e funzionari dell'Amiu, la municipalizzata per i rifiuti del Comune di Genova, dall'altra imprenditori a caccia d'appalti. È questo lo spaccato che emerge dalle carte dell'inchiesta «Albatros», affidata ai pm Paola Calleri e Francesco Albini Cardona, che hanno iscritto sul registro degli indagati una cinquantina di persone. Per loro, a vario titolo, le accuse sono di corruzione, truffa, traffico illecito di rifiuti, turbativa d'asta. Secondo la procura di Genova, dirigenti e funzionari dell'Amiu avrebbero affidato alla Eco-Ge di Gino Mamone diversi appalti per la pulizia della città nel post-alluvione e per lo smaltimento dei rifiuti in cambio di cene e incontri piccanti. Ipotesi che, come racconta La Repubblica di Genova, troverebbero conferma nelle fatture - in mano agli inquirenti - emesse dal ristorante “Il Fattore” e dall'albergo “Il Cavallino San Marziano”, dove secondo la procura si sarebbero tenuti gli incontri tra i funzionari della municipalizzata e alcune escort.  «Una notte indimenticabile, da favola...», avrebbe commentato uno dei funzionari, al telefono con un altro indagato. Sarebbero stati almeno quattro gli incontri a luci rosse accertati dagli investigatori, ma nulla ancora è trapelato riguardo i fruitori delle prestazioni. Nel mirino dei magistrati genovesi ci sono, in particolare, una dozzina di appalti affidati alla Eco-Ge di Gino Mamone, che a sua volta avrebbe poi subappaltato i lavori ad altre tre ditte, tra cui la ImpreAres e la Ares International, che fanno capo al fratello Vincenzo. I fratelli Mamone risultano tra gli indagati. Insieme a loro, tra gli altri, sei dipendenti dell'Amiu: il direttore tecnico del Settore Raccolta Rifiuti, Massimo Bizzi; Roberta Malatesta, segretaria di Bizzi; Corrado Gondona, capo dell'Ufficio Legale ed anche del Settore Acquisti, Appalti e Gare; il responsabile dell'impianto di Sardorella, dove confluisce la spazzatura differenziata, separata e inviata ai consorzi che lavorano il recupero, Tonito Magnasco; Enrico Lastrico, pensionato dallo scorso giugno, ma fino allora direttore dei Servizi Integrati Esterni; e Angelo Santo, capo della rimessa-officina della Volpara. I Mamone si sarebbero aggiudicati. Tra gli indagati, infine, c'è anche l'ammini-stratore delegato della Swich-1988 Maurizio Dufour, che ha avuto un appalto dall'Amiu la raccolta dei rifiuti ingombranti in tutta Genova. Secondo i magistrati, le aziende non solo si sarebbero aggiudicati gli appalti mediante il pagamento di tangenti, seppur sotto forma di cene e incontri a sfondo sessuale, ma non avrebbero rispettato il capitolato d'appalto. Da quanto emerge dai documenti in mano alla procura, infatti, i rifiuti sarebbero stati smaltiti illegalmente, ossia tutti insieme, senza nessuna distinzione tra rifiuti soldi urbani e rifiuti classificati come ‘speciali'. L'Amiu, con una nota stampa, ha precisato come tra gli indagati «non vi è alcuna delle figure apicali dell'azienda», nonché di confidare nell'operato della magistratura. Dello stesso tenore il commento di Doria, che si è limitato a garantire «piena collaborazione agli inquirenti». Letteralmente furiosa, invece, la reazione della capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Lilli Mauro, che raggiunta al telefono tuona: «Non posso credere che in tutti questi anni nessuno si sia accorto di niente. Possibile che la sinistra, che governa la città da più di 20 anni, non si sia accorta mai di nulla?». La capogruppo è un fiume in piena, ma l'inchiesta non sembra averla colta di sorpresa. E di fatti poco dopo aggiunge: «Quando la Vincenzi (Marta, predecessore di Doria, ndr) denunciava infiltrazioni che erano dannose per lo sviluppo della città, le chiesi di presentarsi davanti ai giudici e riferire loro tutto ciò di cui era a conoscenza. Questo per dire che l'intera vicenda è qualcosa di già annunciato, è impossibile che nemmeno l'assessore all'Ambiente non si sia mai accorto di questo incredibile sperpero di soldi pubblici. Noi come Forza Italia chiediamo chiarezza ai magistrati, ma soprattutto alla giunta, che ci deve spiegare come tutto ciò sia potuto accadere». di Sebastiano Solano

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