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Sergio Rizzo, l'anti-Casta con lo spreco in casa

Sergio Rizzo (con, a destra, Gianantonio Stella)

La sorella della penna del Corriere è commissario prefettizio in Calabria: chiede tablet e scorta

Giulio Bucchi
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Un tablet con relativo abbonamento internet per tre anni. Poi 1.500 per gli straordinari dei vigili che le fanno da scorta. E ancora i rimborsi spesa: 1.179 euro solo per il suo soggiorno da maggio a giugno. Più, ovviamente, lo stipendio. Lo stesso che percepiva il sindaco: circa 2.500 euro lordi. Soverato, Catanzaro. È uno dei quasi quaranta comuni calabresi commissariati. Qui non c'entrano le infiltrazioni malavitose. La giunta di centrodestra è andata gambe all'aria per motivi politici, con dieci consiglieri che si sono dimessi mandando a fondo il sindaco azzurro Leonardo Taverniti. E il prefetto, avendo il personale già impegnato altrove, ha chiesto una mano a Roma. Da dove hanno spedito un viceprefetto d'esperienza, già al timone di Coriano quando nel paesino vicino a Rimini si celebrarono i funerali di Marco Simoncelli. Parliamo della dottoressa Maria Virginia Rizzo, sorella del giornalista del Corriere della Sera Sergio Rizzo e autore – con Gian Antonio Stella – del libro di successo «La Casta» contro gli sprechi della politica. In questa città di quasi 10mila anime che si moltiplicano d'estate, le casse piangono. C'è una voragine che secondo i più ottimisti è di circa 12 milioni. I pessimisti ne contano quasi 40. E le spese del commissario fanno storcere la bocca a più d'uno, a partire dai giornali locali che denunciano la «scarsa comunicazione» della dottoressa Rizzo. Soveratiamo.com ha scritto dei 1.500 euro extra ai «vigili urbani, per provvedere al trasporto ed alla sicurezza del commissario prefettizio. La notizia segue di qualche settimana un'altra, pubblicata da Il Quotidiano della Calabria, secondo la quale tra i rimborsi spese del Commissario Maria Virginia Rizzo sarebbe presente anche un i-Pad, strumento “strategico” per l'espletamento delle mansioni di Commissario». A dire la verità, non si tratta di un i-Pad ma di un tablet Samsung Galaxy Note 10.1 che costerà complessivamente 1.235,40 euro - Iva inclusa - da spalmare su un triennio. Anche se la dottoressa Rizzo resterà in città solo un annetto. È in carica da maggio ma non si è trasferita in Calabria: ci resta qualche giorno a settimana e poi torna a Roma. Rincara il giornale online, questa volta sulla scorta: «Un tecnico, quale sicuramente è il Commissario Prefettizio, dipendente del Ministero dell'Interno, considera “indispensabile” il servizio di trasporto e scorta della propria persona da e per Lamezia Terme. Le soluzioni alternative sarebbero tante, automobile a noleggio o mezzi pubblici per fare un esempio, ma servirebbe la sensibilità di non privare la città dell'unica pattuglia dei Vigili Urbani disponibile per farsi accompagnare».  Soverato è a una sessantina di chilometri dall'aeroporto di Lamezia. Il doppio, calcolando il tragitto tra andata e ritorno. Il commissario deve anche mangiare. Poi, ovviamente, ci sono gli alberghi. In paese sussurrano che la dottoressa Rizzo sia andata a Il Nocchiero, tre stelle vicino al municipio. L'ha cambiato quasi subito per Gli Ulivi, stessa categoria. Poi ecco il San Domenico, idem con patate. Quindi il salto a Villa Ersilia, 4 stelle superior. Ad agosto dovrebbe tornare al San Domenico, che vanta una deliziosa vista mare. Tutte queste spese non sono a carico del Viminale ma del Municipio. Qualcuno accusa il commissario Rizzo d'aver fatto ritinteggiare anche alcuni uffici. La diretta interessata dà tutt'altra versione: «Il tablet non l'ho comprato per me, ovviamente resterà al Comune ed è uno strumento di lavoro». E nega di pesare sulle casse cittadine: «Con me risparmiano, perché anziché pagare il sindaco e tutta la giunta ci sono solo io. E sono attentissima alle spese. Grazie al commissario c'è un risparmio enorme». Soprattutto, fa notare, se si immagina che quando è atterrata per la prima volta il Comune aveva (ha) un buco grosso così. Spallucce sui politici: «Se non sopportano il commissario? Qualcuno vorrà riaccreditarsi davanti all'opinione pubblica». di Matteo Pandini twitter @EmmePan

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