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Monti, "no comment" dopo l'attacco del Cav

Mario Monti

Palazzo Chigi non commenta l'attacco di Berlusconi, ma la musica è cambiata e il Prof lo sa. Il governo ha vita breve? E il Pdl è diviso tra "falchi" e "colombe"

Andrea Tempestini
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"No comment". Nessuna reazione ufficiale da parte di palazzo Chigi alle parole di Silvio Berlusconi, durissimo contro il governo e pronto a staccare la spina ai tecnici. Del resto Mario Monti non si aspettava le dure critiche mosse dal Cavaliere. Nella mattina di sabato 27 ottobre aveva rivendicato i meriti del governo, spiegando che "i partiti non si considerano più nemici" e che "errori ne sono stati fatti", ma - aveva aggiunto concludendo la festa della Famiglia a Riva sul Garda, dove è stato anche sonoramente contestato - "le scelte sono state difficili e non erano rinviabili". Poi, nel pomeriggio, l'affondo. Un attacco accolto nell'esecutivo con sorpresa, come un fulmine a ciel sereno, spiegano fonti ministeriali. E, ora, Monti ha paura di andarsene a casa prima della scadenza naturale della legislatura che l'Europa, Merkel e Napolitano ci hanno imposto a colpi di spread. La musica è cambiata - Il Professore ha deciso di prendere tempo, di capire le reali intenzioni del Pdl. C'è chi nel governo considera quello del Cavaliere uno sfogo naturale, da legare alla sentenza Mediaset e un modo per uscire dall'angolo e riacquistare peso all'interno del suo stesso partito. La convinzione che prevale è che alla fine non accadrà nulla, che il partito di via dell'Umiltà non metterà sgambetti o tenderà trappole in Parlamento. Ma, riferisce un membro dell'esecutivo, allo stesso tempo anche il premier non sottovaluta l'eventuale rischio di conseguenze sul governo, in particolar modo sul ddl anti-corruzione in arrivo questa settimana alla Camera dei deputati. Il Pdl, anche sulla legge di stabilità, con la scelta di Renato Brunetta quale relatore al ddl, aveva già fatto capire che la sua linea era cambiata. Niente più sconti all'esecutivo delle tasse, ma l'ex premier è andato oltre, sottolineando come il Professore abbia portato il Paese ad una "recessione senza fine" e non escludendo la possibilità di togliergli la fiducia. Pdl tra falchi e colombe - Ragionamenti, in realtà, che in privato l'ex Capo dell'esecutivo ripete di tanto in tanto da settimane, se non mesi. Giudizio, però, completamente opposto rispetto a quello contenuto nella nota ufficiale con la quale Berlusconi, dopo l'incontro a palazzo Chigi, aveva riconosciuto la bontà dell'operato del Professore. Del resto lo stesso premier aveva elogiato il senso di responsabilità e la pacatezza dimostrata dal Cavaliere. Nel governo ora ci si interroga se il Pdl seguirà o meno Berlusconi, se prevarrà la linea dei falchi e se alle minacce seguiranno i fatti. Esponenti del partito di via dell'Umiltà hanno già messo in dubbio la fiducia all'esecutivo sul ddl anti-corruzione. Ma le colombe, come per esempio Fabrizio Cicchitto, invitano tutti ad abbassare le tensioni, altrimenti lo spread potrebbe risalire. Ed è proprio questo il timore nell'esecutivo, viene riferito da fonti ministeriali. Ovvero che il Paese, come d'altronde ha sottolineato lo stesso Berlusconi, possa ripiombare in un clima di instabilità e che l'Italia possa essere attaccata dai mercati. Nello stesso governo c'è la consapevolezza ch è impensabile che un partito possa aprire una crisi, dal momento che deve ancora essere ancora approvata la legge di stabilità e che parlare di voto anticipato è un azzardo. Ma resta la preoccupazione e la sorpresa per la mossa di Berlusconi e i timori sulle reazioni e sull'effetto-domino che potrebbe innescare.

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