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Sondaggi, Pdl in rimonta. Pd, al Senato impresa impossibile

Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani

Andrea Tempestini
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  di Enrico Paoli Sino al nove di febbraio, da quella data scatta il divieto di pubblicazione e diffusione dei sondaggi, il risiko delle Regioni avrà la meglio sul valzer delle opinioni. Quelle in bilico, fondamentali per l'attribuzione del premio di maggioranza a Palazzo Madama, sono almeno cinque. Campania, Puglia, Lombardia Veneto e Sicilia. Ed è proprio questo quadro  d'incertezza che rischia di trasformare queste elezioni politiche in una sorta di referendum regionale.  Perché se alla Camera la partita sembra essere definita, almeno sulla carta visto che molti commentatori sono poco inclini a dare per scontata la vittoria del centrosinistra, al Senato regna l'indefinito.  Ed è un indefinito che rischia di mettere alle corde il leader del centro sinistra, Pier Luigi Bersani, costringendolo a scendere a patti con il premier uscente Mario Monti. Insomma,  una vittoria di Pirro, anche se il il Tg3 di Bianca  Berlinguer prova a confutare i dati dell'istituto Ispo, pubblicati ieri dal Corriere della Sera che davano il centrosinistra in difficoltà ovunque, con quelli dell'Ipr Marketing  che realizza il sondaggio settimanale per la testata della Rai. Secondo il Tg3, infatti, nelle cinque regioni in bilico la sinistra sarebbe in leggero vantaggio  in Lombardia, Puglia, Campania e Sicilia.   In Lombardia, ad esempio, dove sono in palio 49 seggi (27 destinati allo schieramento che ottiene anche un solo voto in più di tutte le altre aggregazioni e 22 ai partiti di opposizione) il centrosinistra viene stimato avanti rispetto al centrosinistra solo dall'istituto Ipr Marketing. Lorien Consulting indica per la Lombardia una situazione di sostanziale pareggio: 31,5% sia per le liste a sostegno di Bersani che per il centrodestra. Per il resto Pdl e Lega sono in vantaggio.  Margine che scende a 0,2 punti per Euromedia Research di Alessandra Ghisleri. Ispo Ricerche, invece,  quantifica il vantaggio del Pdl in 2,2 punti. La coalizione centrista di Mario Monti, secondo gli stessi sondaggi si muove dall'11%  al 14,9%, mentre il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo oscilla su dati più bassi, spostandosi dal 9,8% al 13,5%. Difficoltà per il centrosinistra anche in Veneto, dove sono in palio 24 seggi del Senato (14 da assegnare alla maggioranza e 10 ai partiti sconfitti). Scenari Politici stima un vantaggio di Berlusconi su Bersani di 2 punti (il 30% contro il 28. Ipr marketing indica un margine di 8 punti (41 a 33%). Euromedia segnala un gap di addirittura 16,1 punti. L'Ispo di Renato Mannheimerr  assegna al Pdl e ai suoi alleati un +3,9 (salendo  al 33,9% dal 30%). Dati postitivi per il Pd arrivano solo dalla rilevazione di Lorien, che indica un vantaggio per Bersani di 10,5 punti (35 a 24,5%). Per quanto concerne la Sicilia (25 seggi complessivi, 14 alla maggioranza), 4 sondaggisti su 5 descrivono una situazione di vantaggio per la coalizione di Berlusconi.  Monti fa registrare sempre un livello di consenso superiore alla media nazionale, oscillando tra il 14,7 (Euromedia) e il 20% (Scenari). E poi ci sono la Campania e la Puglia, le uniche due regioni dalle quali arrivano buone notizie per il Pd. In Campania (29 seggi in palio, 16 ai vincenti) il margine sul centrodestra non scende mai al di sotto dei due punti percentuali (dati Ipsos). In Puglia il vantaggio del centro sinistra (dove sono in gioco 20 seggi, 11 alla prima coalizione) viene quantificato fra 5 e 3,8 punti percentuali.  Per quanto riguarda la Camera i dati elaborati dai  vari sondaggisti si vanno sostanzialmente cristallizzando,  con il Pd nettamente in testa sul Pdl. Per il Tg de La7 diretto da Enrico Mentana il centrosinistra è al 37.1%, mentre il  centrodestra è fermo al 28%.  SkyTg24, infine, assegna al centrosinistra il 35,8% del consensi, mentre il centrodestra è al 26,5% e la Lista Monti al 14%.  

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