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Lavoro, Matteo Renzi: "Non permetterò alla vecchia guardia Pd di rialzare la testa"

Ignazio Stagno
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Matteo Renzi sente il fiato sul collo. La sfida lanciata alla Cgil per portare in porto quella riforma del lavoro che da troppo tempo il Paese attende, ha risvegliato le fronde dem e le minoranze del Pd. D'Alema, Bersani, ma anche Cuperlo e Civati sono all'opera per imbrigliare il premier in un'estenunate lotta sul piano del Job Act e dell'articolo 18. Gli attacchi e le risposte della Camusso offrono una sponda ai rossi dem che provano a rialzare la testa per impallinare il premier. Così Renzi scrive ai democratici sul sito del Pd ma punge la vecchia guardia: "A me hanno insegnato che essere di sinistra significa combattere un'ingiustizia, non conservarla. Davanti a un problema c'è chi trova soluzioni provando a cambiare e chi organizza convegni lasciando le cose come sono. Anche nel nostro partito c'è chi vuole cogliere la palla al balzo per tornare agli scontri ideologici e magari riportare il PD del 25%. Noi no. Noi siamo qui per cambiare l'Italia e non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a volte ritorna. O almeno ci prova". La riforma del Lavoro - Un messaggio chiaro quello del premier che prova a parare i colpi di quella parte del Pd che si è schierata dalla parte della Camusso. A questo punto Renzi riformula ancora una volta l'elenco dei provvedimenti che il suo governo ha in agenda, ma che finora sono rimasti lettera morta. Il premier parla poi ancora del Lavoro: "Il 29 settembre presenterò in direzione nazionale il JobsAct. Dobbiamo attirare nuovi investimenti, perché senza nuovi investimenti non ci saranno posti di lavoro e aumenteranno i disoccupati. Ma dobbiamo anche cambiare un sistema ingiusto che divide i cittadini in persone di serie A e di serie B e umilia i precari. Chi oggi difende il sistema vigente difende un modello di diseguaglianze dove i diritti dipendono dalla provenienza o dall'età. Noi vogliamo difendere i diritti di chi non ha diritti. Quelli di cui nessuno si è occupato fino ad oggi". "Colpa mia" - "Ho Infine una nota sulle tasse e la pressione fiscale: "Abbiamo iniziato a ridurre la pressione fiscale restituendo 80 euro a undici milioni di italiani e diminuendo l'odiosa Irap del 10% per le aziende perché ancora oggi in Italia il costo del lavoro è troppo alto. Per colpa mia, peraltro, non siamo riusciti a comunicare bene il taglio del 10% dell'Irap che è già avvenuto, ma di cui non parla nessuno. Il fisco deve essere meno caro, certo. Ma anche più semplice. Per questo nell'ambito del programma dei mille giorni, partendo già dal prossimo anno, introdurremo innanzitutto la dichiarazione dei redditi precompilata".

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