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Mediaset, rabbia dei legali di Berlusconi: "Non doveva parlare"

L'avvocato Franco Coppi

Andrea Tempestini
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Su Libero di domenica 28 luglio, il direttore Maurizio Belpietro ha dato conto di un colloquio con Silvio Berlusconi, in cui il Cav spiegava: "Se mi condannano sono pronto ad andare in galera". E aggiungeva: "Non farò come Craxi, non voglio fuggire all'estero". Parole filtrate a poche ore dalla sentenza della Cassazione sul caso Mediaset. Poche ore dopo la pubblicazione dell'articolo, arriva una precisazione di Palazzo Grazioli, in cui si sottolineava come "Berlusconi non ha mai concesso un'intervista" e che le sue parole "erano state reinterpretate dal direttore Belpietro". In molti hanno parlato di "smentita", quando in verità si trattava di una precisazione (e, per inciso, anche Libero ha sempre parlato di un "colloquio"). Il punto è che le parole del Cav non sono state particolarmente gradite dal professor Franco Coppi, il legale che insieme a Niccolò Ghedini lo segue nel processo Mediaset, il "principe del foro" che aveva imposto un rigoroso silenzio (infranto, però, dai vari Brunetta e Santanchè).  Le paure del "principe" - Troppe esternazioni, insomma, per Coppi. Il principe del foro sa di avere tra le mani un caso complicatissimo e dalle mille implicazioni: non c'è in ballo soltanto il futuro del Cavaliere, ma con tutta probabilità anche quello del Paese. Se Berlusconi venisse condannato, nonostante le smentite di rito del Pdl, le conseguenze per il governo potrebbero essere molto pesnati, definitive. Così Coppi "resiste" anche alle dichiarazioni di Silvio: le pressioni sul suo conto sono altissime. La paura di Coppi è che certe dichiarazioni possano "attutire", o comunque deviare l'attenzione dei giudici durante l'arringa difensiva di domani, martedì 30 luglio. Il legale confida nell'assoluzione, e ha redatto pagine e pagine di appunti per dimostrare l'estraneità di Berlusconi alla vicenda. Pagine vergate a mano, con penna stilografica e inchiostro nero, com'è nel suo stile. Ma davanti alla Suprema Corte, come altrettanto è suo costume, parlerà a braccio.

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