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Lombardia e Veneto, oggi il referendum. "E domani la secessione in Piemonte"

Giulio Bucchi
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Oggi si vota il referendum in Lombardia e Veneto per l'autonomia fiscale, ma presto una parte d'Italia potrebbe chiedere l'autonomia politica e amministrativa. Sono le province orientali del Piemonte, quelle affacciate sul lago Maggiore, Novara e Verbano-Cuso-Ossola, che sognano la secessione da Torino e l'approdo alla più amata e vicina Lombardia. La sede del comitato promotore, come ricorda il Corriere della Sera, è a Domodossola negli uffici dell'ex senatore di Forza Italia Valter Zanetta, oggi presidente del comitato. "Fino a due secoli fa eravamo Lombardia, basta ascoltare il nostro dialetto, più simile al milanese che a quelli piemontesi", spiega Zanetta. Questione logistica, storica, culturale. Ed economica: "I 18 milioni di euro dei canoni idrici che il Piemonte ci nega al contrario di quel che fa la Lombardia", ad esempio, come ricordato da Zanetta e il suo vice, il consigliere provinciale Luigi Spadone, sempre al Corriere. "Senza contare le migliori agevolazioni sul costo della benzina per le zone frontaliere, e l'addizionale Irpef molto più bassa". La petizione referendaria scadrà il 16 febbraio 2018, il governatore lombardo Roberto Maroni l'ha benedetta, per l'ira del collega piemontese, il dem Sergio Chiamparino: "Se proprio devono andarsene, gli converrebbe di più la Svizzera... - ha ironizzato l'ex sindaco di Torino -. Le istituzioni non dovrebbero dare risalto a iniziative minoritarie che non mi risulta abbiano alcun riscontro particolare nella larga maggioranza di quelle aree. La cosa è semplice: c'è una legge nazionale che insieme a Sondrio e Belluno ha riconosciuto il Vco come provincia alpina, dandogli così uno status che già riflette la sua particolare collocazione geografica. Il resto mi sembra un pretesto per avere visibilità politica".

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