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Elsa Fornero, tutto vero. Il retroscena: Emma Bonino e +Europa la vogliono candidare

Giulio Bucchi
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L'ipotesi è quella che milioni di italiani hanno temuto per 5, lunghi anni: Elsa Fornero di nuovo nella stanza dei bottoni. A botta calda, nel 2013, appena usciti dal disastro lacrime e sangue del breve ma intenso governo di Mario Monti, nessun partito si era sognato di riproporre, in alcun modo, l'odiatissima ministra del Welfare che ha dato il proprio nome alla riforma delle pensioni più pesante di sempre. A distanza di qualche anno, qualcuno continua a pensare che la riforma Fornero sia "severa ma giusta". Qualcuno la vuole modificare, senza abolirla. Altri, Matteo Salvini in testa, crede che sia il peggio del peggio mai partorito a Palazzo Chigi e dintorni. Ma il nome della Fornero associato al termine "candidatura" o "nomina" è rimasto un tabù. Fino a oggi.  Per approfondire leggi anche: "Salvini paranoico, la riforma non si può abolire" Un passaggio, fugace e tra parentesi, nel retroscena di Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera riguardo le manovre degli alleati del Pd fa cenno di una pazza idea: Emma Bonino e la sua lista +Europa vorrebbero candidare proprio lei, Elsa. D'altronde era stata la stessa Fornero, qualche giorno fa in tv ad Agorà, ad ammettere che tra tante delusioni l'unica che avrebbe votato e per cui si sarebbe spesa era proprio la leader dei Radicali. Si tratta ora di capire in che modo e in che collegio i vertici della lista, che graviterà comunque nel centrosinistra, avranno il coraggio di spedire la Fornero al vaglio degli elettori. Un consiglio: meglio cercare i collegi dove c'è scarsità di esodati.

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