Cerca
Logo
Cerca
+

Sergio Mattarella, il colpo di mano dopo le elezioni: incarico non al primo partito ma a chi ha più possibilità di governare

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

Al Quirinale, si dice, "si respira aria tranquilla". Ma come? Siamo a 10 giorni dalle elezioni che possono gettare l'Italia nell'ingovernabilità e il presidente Sergio Mattarella non si preoccupa? Al contrario, scrive la Stampa nel suo succoso retroscena quirinalizio. Leggi anche: "Contenti se i grillini...". Soldi, così Berlusconi frega i grillini Il Capo dello Stato era talmente preoccupato dalle conseguenze del voto da aver "già scritto il piano d'azione, quasi nei dettagli". Non ci sono piani segreti stile Napolitano, avverte Ugo Magri. Mattarella cercherà di comportarsi piuttosto secondo le regole di quella Prima Repubblica a cui questa legge elettorale ci ha inaspettatamente riavvicinato. Se il 5 marzo ci sarà una situazione di pareggio, l'incarico non verrà dato al primo partito, come riteneva scontato Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 Stelle, ma a chi "ha chance di farcela". Di trovare, cioè, una maggioranza allargata per un governo stabile. Leggi anche: Schiaffo a Di Maio, i "ministri" che gli dicono no Pare che lo stesso Di Maio, avvertito da alcuni consiglieri nell'ombra, ne abbia ormai preso atto. Se non si troverà la chiave per sciogliere l'impasse, Mattarella proverà un'ultima carta disperata per non tornare subito al voto. Più che "larghe intese", lunghe intese. Il presidente prenderebbe cioè tempo (la "decantazione" di Aldo Moro), farebbe svelenire il clima da campagna elettorale. Di sicuro, spiega La Stampa, non ci sarebbe più spazio né per Paolo Gentiloni né per un esponente del Pd: centrodestra e M5s non lo accetterebbero.

Dai blog