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Vittorio Feltri: perché odio il Natale? Come sopravvivere alle feste

Lucia Esposito
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Parla del Natale e di quanto, con l'arrivo delle feste, cadono in depressione di fronte al pensiero di banchetti, presepi, e scambio di Natale. Vittorio Feltri, in un commento sul Giornale, chiarisce che la "serenità e a maggior ragione la gioia non possono dipendere dal calendario né dall'obbligo di frequentare i centri commerciali per acquistare all'ultimo momento un presente da consegnare a ciascun familiare". Il fondatore di Libero spiega che i nemici del Natale non ce l'hanno con la ricorrenza della nascita di  Gesù, evento religioso al quale neppure badano, ma con tutto ciò che vi sta attorno e che di spirituale non ha nulla. Secondo lui molta gente vive male le festività perché esse interrompono la routine che dà molta sicurezza e riempie la giornata di impegni  senza cui ci si sente destabilizzati. Se a questo si aggiungono i pranzi interminabili, con bambini vocianti, suoceri, "è comprensibile che un individuo normale, "avvezzo all'ordine imposto dalla professione, dia i numeri prima ancora di affettare il panettone". E come se non bastasse - dice Feltri - se a tutto ciò si aggiunge la tombola il rischio di assistere a scene raccapriccianti è davvero alto. Inoltra, fa notare, non c'è alcuna via di scampo perché la tv non trasmette nulla di buono, il campionato di calcio è fermo, i giornali non escono...E poi il tutto non finisce a Natale, ma c'è Santo Stefano, e poi ancora familiari, amici e conoscenti. "Chi resiste si guadagna il Paradiso nonostante qualche cedimento alla blasfemia". 

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