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Benigni si improvvisa teologo. La predica di don Roberto su Raiuno: "Dio esiste"

Nicoletta Orlandi Posti
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Grande successo di ascolti ieri sera su Rai Uno per la prima delle due serate speciali di Roberto Benigni con la sua rilettura de "I dieci comandamenti". Gli spettatori sono stati 9 milioni 104 mila, con share del 33,23%. In casa Rai, e anche alla rete ammiraglia, c'è grande soddisfazione per questo risultato che era sì nelle aspettative ma attendeva la prova del pubblico. Questa sera il secondo appuntamento dagli studi di Cinecittà. «La politica non esiste, parliamo di cose concrete: di Dio». Poco ambizioso, Roberto Benigni. «Me la gioco tutta, o mi arrestano o mi fanno cardinale». Forse la seconda. Appassionato, mistico, ispiato, il premio Oscar è tornato in tv a due anni dall'ultimo show, quello sulla Costituzione italiana, e punta ancora più in alto. All'Altissimo, appunto. Le cose terrene non gli interessano più, il governo, Renzi, Berlusconi, niente, robetta, meglio i testi Sacri, la religione, le citazioni di Sant'Agostino. Solo una piccola parentesi sull'attualità, in apertura: «Sono contento nel vedervi a piede libero», dice al pubblico in sala. Lo studio televisivo è a Roma, infatti. «Abbiamo fatto fatica a trovare tutte queste persone incensurate». «Per essere qui stasera, ho chiesto il permesso alla Rai, alla questura e alla Banda della Magliana». «Solo un miracolo ci può salvare, e infatti Renzi è andato dal Papa in Vaticano». Ma subito da Rebibbia passa alla Bibbia. Concorrenza zero - La concorrenza ai Dieci comandamenti di Raiuno è azzerata. Su Canale 5 c'era un film del 2011, Dream House. Secondo indiscrezioni, Benigni per la serata di ieri e quella di questa sera avrebbe ricevuto 4 milioni di euro dalla Rai, la stessa somma che la tv di Stato avrebbe raccolto in pubblicità grazie a lui. Ma Rai e Lucio Presta, il manager di Robertaccio, smentiscono la cifra. Comunque lui è felice. «Vorrei essere un cane e scodinzolare per dimostrarvelo».  Prediche - Ce ne fossero, ogni domenica a messa, di prediche così. Però che sia una predica non ci piove. Parte dall'Esodo, dalla fuga degli ebrei, Mosè, Abramo, Isacco, Giacobbe...Una serata altissima ma ovviamente, visto il tema, non leggerissima. Un evento da studiare nelle scuole, dirà qualcuno oggi o nei prossimi giorni (si accettano scommesse). Spiega Benigni, non più comico ma teologo: «Questa sera parliamo di Dio, ma non preoccupatevi: se non capite nulla è normale. L'unico modo per parlare di Dio è non capirci niente». Una dura frecciata alla Chiesta: «La religione è radicata dentro di noi», dice, «certi preti e certi sacerdoti hanno tentato di sradicarla, ce l'hanno messa tutta, ma non ce l'hanno fatta». Intorno alle 22, Don Benigni entra nel vivo. L'incontro tra Dio, «io sono colui che sono», e Mosè sul monte Sinai, dove il Signore gli consegna le tavole dei Dieci Comandamenti nel nome della cosa che «brucia, arde e non consuma». Cos'è?« Ma l'amore!». Si scopre, dalla Bibbia, che il mediatore tra Dio e l'umanità, Mosè, è balbuziente. Gi ebrei sono finalmente liberi ma si lamentano. «Perché essere liberi non è facile», dice, «è faticosa, vuol dire crescere, diventare responsabili delle nostre azioni. Talvolta non manca la libertà, ma gli uomini liberi». Applauso. Stasera il resto - Ieri sera Benigni ha spiegato i primi tre comandamenti, stasera gli altri sette. Le prediche, a messa, quando sono lunghe venti minuti. Ieri in tv è durata tre ore. Fatta divinamente, con grande cultura e anche leggerezza, da un principe dell'intrattenimento intelligente, un premio Oscar. Ma sempre predica era. di Alessandra Menzani  

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