Alonso - 10. Tra le curve infinite del Qatar resuscita la Alpine. E con un Ocon di solito modesto che chiude addirittura quinto, Fernando non poteva che andare a podio. 7 anni dopo. A conferma che qualsiasi porta o scenario si riaprono solo dinnanzi allo spirito esplosivo di un lottatore indomito. Super bravo.
Verstappen - 9. Pure i sassi sapevano che non avrebbe alzato il piede, nemmeno con le doppie bandiere, alla fine di disgraziate qualifiche, in una bolgia infernale. Partenza super e punto del giro veloce sterilizzano tutto, nascondendo pure i problemi di assetto. Tra meno di un mese il destino sarà compiuto.
Hamilton - 8. Vittoria inappuntabile con una macchina che è di nuovo una bomba. E con la penalità a Max che gli facilità la vita. Il distacco dal rivale si riduce tra polemiche da asilo Mariuccia e ali 'velenose'. Non è che sia il massimo della vita per un 7 volte campione...
Bottas - 3. La partenza 'horror' lo relega 11esimo. La rimontina improvvisa fa gridare al miracolo. Poi l'usura lo frega e alla fine batte in ritirata. Al Mondiale Costruttori non porta nemmeno un punto. E il finale mesto è quello visto troppe volte. Un disastro.
Perez - Qualifica incomprensibile. E la rimonta, seppure energica, non basta. Max lo vede col binocolo e Alonso dal podio gli fa marameo. Se guidi una Red Bull queste cose non dovrebbero succedere. 5 meno.
Vettel - 5. Il pluri-iridato lotticchia per strappare solo un mesto punto. Decimo. Dietro a Stroll, da 7, che critichiamo sempre e invece porta a casa con dignità assoluta punti ed una bella gara.
Leclerc - 5. Il compagno Sainz è concretezza, risultato sicuro, ovvio che in classifica faccia meglio. Mentre Charles, che ha spirito e imprevedibilità del Campionissimo, viene doppiato dalla Mercedes di Hamilton. Travolto da un beffardo destino nel rosso requiem di Maranello.
Norris - 5 e mezzo. La foratura quasi all'ultimo e l'ennesimo pit infinito lo fregano. Da quarto a nono, ma in gara è spento. Certo mai come Ricciardo, senza speranze e ormai disperso.
