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Strage al tempio sikh negli Usa:"E' terrorismo interno"

Un uomo ha fatto irruzione nell'edificio a Oak Creek: scatta la sparatoria, 7 morti tra cui il killer

Giulio Bucchi
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Terrorismo interno. E' questa la pista seguita dalle autorità americane dopo la strage nel tempio sikh a Oak Creek, vicino Milwaukee (Wisconsin), 7 morti e 3 feriti: un folle ha fatto irruzione nell'edificio al 7512 si S. Howell Avenue, intorno alle 12 di domenica (le 18 italiane) aprendo il fuoco sui fedeli e facendo ostaggi, inclusi 12 bambini. Quattro persone sono rimaste uccise all'interno, tre all'esterno tra cui il killer ucciso dalla polizia. L'uomo ha agito da solo e non insieme a complici come sembrava in un primo momento. Sono stati gli stessi sikh a lanciare l'allarme: un sacerdote, nascosto in un ripostiglio del tempo, ha raccontato l'irruzione via sms. Al momento dell'inizio della sparatoria si trovavano nel tempio 50 fedeli e molti sono riusciti a scappare. Come detto, l'Fbi esclude una pista straniera.  Le reazioni - Il premier indiano, Manmohan Singh, si è definito "profondamente scioccato e addolorato" per la sparatoria: "E' particolarmente doloroso che questa atto di violenza senza senso avesse come obiettivo un luogo di fede", ha commentato il premier, anch'egli di religione sikh. Il presidente americano Barack Obama e la moglie Michelle si sono detti "profondamente rattristati" dal massacro: "Mentre piangiamo questa perdita verificatasi in un luogo di culto, vogliamo ricordare quanto il nostro Paese sia stato arricchito dai sikh, che sono parte della grande famiglia americana", si legge in un comunicato della Casa Bianca. Comunità folta - La sparatoria in Wisconsin porta l'attenzione sulla comunità sikh negli Usa, la terza per numero di fedeli nel mondo, 700.000. In India (la culla dei sikh) ce ne sono oltre 19 milioni, seguita dall'ex potenza coloniale britannica, dove se ne trovano 760.000. L'Italia occupa la settima posizione nel mondo, forte di 70.000 fedeli.  

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