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Furioso scontro tra gli inquirenti:il Ros "abbandona" Messina Denaro

Il reparto operativo speciale interrompe la caccia al super-boss di Cosa Nostra. Al punto di rottura si è arrivati con un blitz della polizia del 26 giugno

Andrea Tempestini
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Al termine di una riunione fiume tra il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, e il nuovo comandante del Ros, Mario Parente, la decisione: i militari del Reparto operativo speciale interrompono la caccia a Matteo Messina Denaro, l'ultimo super latitante di Cosa Nostra. Gli oltre 40 uomini del gruppo che un tempo fu comandato dal "capitano Ultimo" stanno dismettendo tutte le attrezzature utilizzate nella ricerca del boss e, si è appreso, a breve torneranno alla base romana di Ponte Salario per ottenere nuovi incarichi. La rottura - La clamorosa scelta dei vertici dell'Arma giunge dopo diverse settimane di polemiche all'interno della procura di Palermo. Lo stop, secondo quanto si è compreso della vicenda, sarebbe dovuto alle incomprensioni sorte tra i "cacciatori di latitanti" che lavorano su Messina Denaro: nel dettaglio i colleghi della polizia e quelli dello Sco (il servizio centrale operativo). Al punto di rottura si è arrivati dopo un bliz della polizia dello scorso 26 giugno, nel corso del quale furono arrestate 46 persone: le cosche mafiose della provincia di Agrigento furono decapitate. Ma tra gli arrestati c'era anche Leo Sutera, un boss da due anni controllato dal Ros. Secondo l'Arma, Sutera era l'uomo giusto per arrivare a Denaro. Insomma, per i militari del Ros, Sutera non doveva essere arrestato subito, ma doveva essere controllato, pedinato, in attesa che conducesse gli inquirenti dal padrino di Castelvetrano. La missiva - Dopo l'arresto di Sutera, il procuratore aggiunto Teresa Principato (che con i sostituti Paolo Guido e Marzia Sabella coordina le indagini su Trapani) scrisse una lettera durissima a Messineo, una lettera di protesta contro il blitz. Prona la replica del procuratore di Palermo, secondo il quale la pista del Ros era troppo generica: "Il blitz non era più procrastinabile perché a carico dei fermati c'era un pericolo di fuga attuale e per i gravi indizi criminosi che derivavano dal piano di creazione di un nuovo mandamento mafioso". Le polemiche, però, non si sono certo placate, e sono sfociate nella clamorosa decisione del Ros, che ha fermato la caccia di Messina Denaro.

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