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"La Maremma come la Val di Susa"Vip diventano NoTav contro la Tirrenica

Il Cipe ha dato il via libera al collegamento tra Livorno e Civitavecchia, ma c'è chi dice no

Nicoletta Orlandi Posti
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  La Tirrenica si farà. Parola del Cipe, che dopo 43 anni di attese e mille polemiche, ha autorizzato il completamento della Livorno-Civitavecchia: un miliardo e 300 milioni di euro per 148 chilometri di asfalto. Sul piede di guerra gli ambientalisti, degli enti locali, ma anche ai vip che hanno la casa in Maremma o a Capalbio: il timore è quel turismo di massa che loro proprio non vogliono. Una privacy che intendono difendere a tutti i costi, anche a costo di azioni eclatanti. "Scenderemo in piazza e siamo pronti ad azioni forti di disobbedienza civile, come ai tempi del nucleare", ha tuonato Nicola Caracciolo, vice-presidente di Italia Nostra e casa a Capalbio. "Sarebbe come far passare un'autostrada sui lungarni a Firenze" ha detto Giliano Amato. Ma non è il solo. Contro la realizzazione del collegamento autostradale A12 fra Livorno e Civitavecchia ci sono appelli firmati trasversalmente da personaggi politici di destra e di sinistra, intellettuali, giornalisti, opionisti. Come riporta l'Occidentale c'è l'ex ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini e la consorte Linda Lanzillotta, Francesco Rutelli, Achille Occhetto, Claudio Petruccioli, Francesco "Pancho" Pardi, l'ex direttore dell'«"Unità" ora parlamentare Pd Furio Colombo, i filosofi Sebastiano Maffettone e Giacomo Marramao, giornalisti come Chiara Valentini, Bruno Manfellotto, Daniele Protti, Vittorio Emiliani, Andrea Purgatori, con la partecipazione costante dei nobili Caracciolo e, ovviamente, di Fulco Pratesi e compagnia cantante ambientalista. Quando Pietro Lunardi, ministro berlusconiano delle Infrastrutture, propose il passaggio collinare dell'autostrada, cioè nell'entroterra, apriti cielo. La mobilitazione coinvolse pure quelli di destra toccati nei poderi di campagna come Stefania Craxi e il marito Marco Bassetti, Ferdinando Adornato all'epoca forzitaliota, Fabiano Fabiani e parenti, l'ex presidente della Rai Enrico Manca, la famiglia La Malfa praticamente al completo, la scrittrice Lidia Ravera, il fotografo Oliviero Toscani, mentre Giuliano Ferrara vedendo insidiato il suo casolare minacciò scherzosamente ma non troppo di darsi fuoco come Pietro Micca. Il messaggio è chiaro: la Maremma sarà la nostra Val di Susa.   

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