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L'ombra sul ministro Giulio Terzi:ha simulato una donazione per godere di benefici fiscali?

Il ministro degli Esteri

Lo incastra la motivazione della sentenza: "Beni simulatamente donati alla convenuta allo scopo di usufruire di benefici" ai quali non aveva diritto

Andrea Tempestini
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Il ministro degli Esteri di Mario Monti, Giulio Terzi, ha intentato una causa nei confronti di Gianna Gori, sua moglie (sono separati ma non ancora divorziati). E, come riporta Dagospia, al titolare della Farnesina sono stati sufficienti "solo" quattro anni per ottenere una sentenza che gli desse ragione su una serie di complesse circostanze che richiedono un "approfondito esame". E nel dettaglio, il giudice, "l'approfondito esame" lo ha compiuto in appena 22 giorni (come ricorda Dagospia, "per i tecnici del processo, il periodo che passa dal deposito dell'ultimo atto difensivo alla pubblicazione della sentenza"). Una sentenza a tempo record. Anzi, prima del tempo: la sentenza è stata infatti pubblicata prima delle ore 7.41 del 12 luglio 2012, ossia diciannove minuti prima che gli uffici giudiziari aprissero i loro battenti al loro personale di servizio. La frase incriminata - Ma in questa sentenza c'è qualcosa che non torna. Si tratta della frase utilizzata per motivare la "soccombenza" dell'avversaria del ministro nel processo: "Giulio Terzi, quindi, non intendeva donare i terreni a Gianna Gori, ma vendere a (...) i beni simulatamente donati alla convenuta allo scopo di usufruire di benefici fiscali". Ossia, sembrerebbe che Terzi abbia simulato una donazione per "usufruire di benefici fiscali" ai quali, evidentemente, non aveva diritto. Stando a quanto scritto dal giudice, sembrerebbe configurarsi una frode fiscale. E, come ricorda in conclusione Dagospia, "per un semplice avviso di garanzia di forde fiscale (che è qualcosa meno dell'accertamento in una sentenza emessa in nome del popolo italiano), il sottosegretario alla Giustizia Zoppini si è dovuto dimettere". 

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