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Monti, occhiolino al Centro: prove di secondo mandato

Giulio Bucchi
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Non c'era platea migliore di quella del Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini per tastare il polso ai centristi d'ogni colore. Mario Monti lo sa e infatti dal palco di Cl sembra aprire spiragli ad un suo governo-bis. Magari non con lui a Palazzo Chigi (c'è sempre l'opzione Quirinale, da presidente della Repubblica e garante della situazione), ma con una maggioranza in grado di proseguire fedelmente le linee della sua politica. D'altronde, sottolinea il premier, "stiamo vedendo la fine della crisi, la situazione rispetto a un anno fa è migliorata". E ancora: "L'intesa dei tre partiti, tre forze politiche che negli ultimi anni avevano dedicato grande attenzione, tempo e risorse a combattersi, è un miracolo quotidiano". Come dire: perché rischiare di tornare indietro, fare un nuovo salto nel vuoto, quando in sei mesi si è imbastito l'ambizioso progetto della grande coalizione? La Cosa bianca - Tra un messaggio sul ruolo dell'euro ("E' il pinnacolo dell'Europa, come la Madonnina sul Duomo") e sulle priorità del governo ("Stiamo lavorando soprattutto per i giovani, c'è una generazione perduta che sta pagando troppo"), e un consiglio ai giornalisti Rai ("Suggerirei di non fare utilizzare nei telegiornali la parola 'furbi' per gli evasori"), il Meeting per Monti è stata dunque una prova generale di Cosa Bianca, il patto tra i cattolici. D'altronde non era lui che nel 2008 scartava le ipotesi di destra berlusconiana e sinistra prodiana come valide forze di governo, auspicando "la formazione di Centro che ancora non c'è?". Beh, qualcuno a quel "Centro" ci sta lavorando sul serio. E anche qui c'era un palco giusto, la commemorazione di Alcide De Gasperi, padre nobile della Dc, a Trento. Da Pier Ferdinando Casini  al leader Cisl Raffaele Bonanni, si sono tutti esibiti in grandi ricordi sottolineando come la sua eredità al momento non la possa raccogliere nessuno. Bisogna creare qualcosa di nuovo, insomma. E si stanno impegnando, a partire dalla scelta dei possibili candidati premier: da Monti al ministro dello Sviluppo Corrado Passera, da quello della Famiglia Andrea Riccardi fino a mister Equitalia Attilio Befera. Nomi, per ora solo nomi. Perché di programmi non c'è traccia.

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