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Paolo Becchi, crollo in Borsa: "Speculazione autoimmune, può continuare alla grande"

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Un disastro. Un bagno di sangue. Una tragedia che si aggiunge alla tragedia del coronavirus. Ieri, giovedì 12 marzo, Piazza Affari ha perso quasi il 17% in un giorno, peggior seduta nella storia della Borsa italiana. Un crollo dovuto al Covid-19 ma anche alle deliranti affermazioni di Christine Lagarde, nuovo boss della Bce al posto di Mario Draghi (già ampiamente rimpianto), la quale sostanzialmente ha affermato che il suo ruolo non è quello di tenere sotto controllo lo spread dell'Italia. Roba pazzesca, tanto che è stata costretta a parziale retromarcia, ma ormai era troppo tardi: crollo, bagno di sangue. E dunque, ci si chiede: non era il caso di chiudere la Borsa giorni fa, prima che chiudesse l'Italia? Anzi, in molti se lo chiedono da giorni, partendo da Paolo Becchi fino ad arrivare a Matteo Renzi. E sulla questione interviene proprio Becchi, su Twitter, con un breve e amarissimo commento: "Abbiamo chiuso tutto, ma la Borsa no - premette -. La speculazione finanziaria è autoimmune e può quindi continuare alla grande", conclude. Già, continuare fino a radere al suolo il nostro Paese.

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