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Vittorio Feltri e il referendum: "Grillini a casa, noi ridiamo"

Vittorio Feltri
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Questa storia del taglio dei parlamentari merita una chiosa. Anche a noi la pletora dei deputati e dei senatori, quasi un migliaio in totale, piace poco e saremmo teoricamente portati ad approvare l'uso delle cesoie. In effetti se riduci il numero dei politici, automaticamente riduci quello dei cretini che pesano parecchio sulle decisioni legislative. Ma se accettiamo lo sfoltimento dobbiamo domandarci per quale motivo gli italiani, allorché furono chiamati a votare il referendum - ai tempi di Renzi premier - si opposero al monocameralismo, esprimendo parere negativo sulla cancellazione del Senato. Era l'occasione buona per tenere in vita solo l'assemblea di Montecitorio e di chiudere il doppione inutile di Palazzo Madama. Non fu colta e ora abbiamo le solite due camere che fanno lo stesso lavoro, col risultato di rallentare la produzione di nuove norme.

 

 

 

Se il desiderio era ed è quello di alleggerire il Parlamento, non si capisce perché la maggioranza non approfittò dell'idea dell'ex sindaco di Firenze di sopprimere il cosiddetto secondo ramo: sarebbe bastato un sì collettivo al plebiscito che stava a cuore all'attuale capo di Italia Viva, costretto poi a dimettersi proprio a causa della sconfitta referendaria. Fu una scelta cervellotica, priva di senso logico. Adesso rieccoci alle urne per rispondere al quesito: ci teniamo l'esercito di onorevoli oppure gli diamo una bella potatina? Dato che i politici in generale stanno sul gozzo al popolo è probabile che questo non esiti a promuoverne la decimazione.

Un provvedimento irrazionale che non darà luogo a una semplificazione delle procedure: difatti rimanendo in piedi il bicameralismo, nulla cambierà rispetto a oggi. L'unico vantaggio che si avrà nelle sedi dei dibattiti istituzionali, non diminuendo le poltrone in aula, ma diminuendo coloro che vi siedono, sarà quello di ottenere un distanziamento tra un parlamentare e l'altro in regola con i criteri suggeriti dai virologi ispiratori delle cavolate rese operative da Conte e dal suo compare Casalino. A settembre saremo chiamati ai seggi per esprimere la nostra volontà in materia, e scommetto che i cittadini decreteranno la decurtazione dei loro rappresentanti in odio alla casta. Noi non piangeremo. Ci divertiremo a vedere tanti grillini costretti alla disoccupazione e privi di reddito se non quello di cittadinanza. I quali finalmente sperimenteranno la decrescita infelice.

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