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Crisi di governo, l'Italia? Una super-potenza appesa alle faide del partito di un comico

Giovanni Sallusti
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Parlando seriamente (anche se è l'incipit meno adatto, visto il soggetto del pezzo): non può essere. Un Paese membro del G7, seconda manifattura d'Europa, nel mezzo dell'emergenza più grave del Dopoguerra non può essere appeso alla farsa a Cinque Stelle. Perché se avremo a breve un governo (pessimo, ma questo era pressoché scontato) o no, verrà deciso nella faida che si consuma all'interno di un Movimento fondato da un comico tra i due seguenti statisti: Vito Crimi e Alessandro Di Battista.

 

Con uno spettro che torna ad aggirarsi sullo sfondo, quello della scalcagnata piattaforma Rousseau. È la democrazia (etero)diretta nella versione della Casaleggio&Associati, uno spettacolo imperdibile, per i teorici della decadenza irreversibile della civiltà. Crimi sale al Colle e si rimangia anche l'ultima promessa, perde anche l'ultimo centimetro di faccia: mai più con Renzi diventa anzitutto con Renzi, la piroetta definitiva condotta con agilità insospettabile nel Reggente-Impiegato. Il corpaccione grillino è con lui, sono i nuovi poltronari, che colorano retrospettivamente di alta politica il trasformismo della Prima Repubblica.

 

L'andreottiano teorema dei "due forni" per loro è il molto più prosaico imperativo del bonifico: con chiunque, basta che a fine mese continui ad arrivare. Di là, lo zoccolo dei duri e puri raggrumato attorno a Dibba, il Che Guevara di Roma Nord, tifoso di Castro e di Maduro, famoso tra l'altro per la teoria secondo cui l'Isis sarebbe stato sconfitto "elevandolo ad interlocutore". Sono questi, i personaggi che in queste ore si rimpallano il destino della nazione, con inserimenti di sotto-comparse come Barbara Lezzi, che appena Crimi dice A al Quirinale, si precipita a postare B: «Il repentino cambio di linea deve seguire un voto degli iscritti». Massì, di fronte ai 500 morti al giorno, al piano vaccinale fallito, alle aziende travolte e ai ristori inesistenti, facciamo prendere le decisioni supreme dai quattro sciroccati che bazzicano Rousseau (o dai due che lo controllano). Così il Paese morirà sì, ma almeno dalle risate. 

 

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