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Vittorio Feltri contro Roberto Speranza: "Il nome che mi turba più di tutti", dramma per gli ospedali e cupa profezia

Vittorio Feltri
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Habemus papam. Ieri è stato incoronato premier Mario Draghi, pontefice laico, e finalmente abbiamo un governo che vorremmo fosse migliore del precedente, ma non siamo sicuri di questo. Visti i nomi di certi ministri abbiamo il sospetto che l'andazzo sarà il solito. Il nome che ci turba maggiormente è quello di Speranza, confermato responsabile della Sanità. Considerato quello che succede negli ospedali, dove mancano medici e infermieri, e chi ci lavora rischia di scoppiare, non mi pare che l'uomo vanti grandi credenziali. Se poi pensiamo ai vaccini che arrivano a spizzichi e bocconi, ci fasciamo la testa.

 

Anche i bambini dell'asilo sono consapevoli: se le dosi giungono in Italia col contagocce, passeranno mesi prima di ottenere una generale immunizzazione. Senza la quale l'economia ristagnerà in quanto il terziario, che incide parecchio sul Prodotto interno lordo, è pressoché paralizzato a causa della chiusura forzata degli esercizi. Ci manca solo che il nuovo presidente del Consiglio tenga accanto a sé Arcuri, uno cui non affiderei neanche il cane per fare i suoi bisogni. Non vorrei fare la radiografia ai capi di tutti i dicasteri, cosa che mentre scrivo sta compiendo la redazione.

Eppure un cenno a Orlando, collocato al vertice del Lavoro, mi corre l'obbligo di farlo. Soltanto una frase: questo individuo di sinistra, come molti suoi compagni di partito, il Pd, non ha mai sgobbato in vita sua, quindi non si comprende come possa risolvere il problema occupazionale. Con quale criterio l'ex numero uno della Bce abbia selezionato i suoi stretti collaboratori è un mistero. Ci auguriamo sia presto svelato. Non mi sono chiari i motivi per cui sia stata silurata Azzolina, addetta all'Istruzione, la cui unica colpa è quella di aver diretto la scuola che fa schifo da mezzo secolo, cioè da quando è stata cancellata la riforma Gentile. Non c'entra la signora se i mezzi pubblici erano e sono affollati, favorendo i contagi. Si dà il caso che nelle aule il virus non abbia fatto sfracelli. Vabbè, transeat.

 

Stendiamo un velo pietoso sul resto della compagine ministeriale, vedremo non tanto ciò che riuscirà a combinare, bensì i fallimenti che collezionerà. Rammentiamo solamente che è assurdo aspettare che i vaccini pervengano dall'Europa, converrebbe che l'Italia (nonché le Regioni) provvedesse in proprio a comprarseli, pagandoli sul mercato e costringendo gli immunizzati a sborsare il costo di ogni dose, tanto per sollevare lo Stato da spese folli. Ripeto. La puntura gratis si conceda solamente ai 5 milioni di poveri nostri concittadini.

La cerimonia di insediamento dell'esecutivo (giuramenti e fregnacce del genere) cui hanno assistito sbalorditi i telespettatori, in particolare quelli de La7 di Cairo, ci ha lasciati basiti. Sfarzo, spade sguainate, inchini, firme in un clima ottocentesco, la campanella trasferita dalla mano di Conte a quella di Draghi costituivano uno scenario da operetta. Niente di più ridicolo soprattutto se si tiene conto che ci tocca subire tale spettacolo mediamente ogni anno. Piantiamola di giocare come deficienti e mettiamoci a lavorare seriamente, attività che la politica disdegna.

 

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