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Matteo Salvini, il retroscena di Pietro Senaldi: svolta "buonista"? Non proprio, come leggere le parole su immigrati e Speranza

Pietro Senaldi
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«Di irreversibile c'è solo la morte». Pur di fare polemica contro il loro nuovo alleato di governo, Matteo Salvini, M5S e Pd si sono appesi a questa risposta che il leader leghista ha dato in tv su La7 a Myrta Merlino, che gli chiedeva se la sua conversione all'euro fosse per sempre. «Il lupo perde il pelo ma non il vizio» hanno replicato puntute le pecore grilline mentre il caprone Zingaretti, in crisi mistica da una settimana per l'ingresso della Lega nel governo, si è rianimato per aver potuto dire che «l'euro e l'Europa sono la dimensione nella quale rafforzare il futuro dell'Italia». È un teatrino, ma significativo di quanto sta accadendo. Quando Salvini ha deciso di rispondere all'invito di Mattarella per un esecutivo di tutti, lo ha fatto nel solo modo in cui sa agire. Ha sposato la causa senza incertezze né passi indietro, così come quando impose la svolta sovranista al partito o da ministro si impuntò per fermare gli sbarchi dei clandestini. Chi non lo conosce può essere sorpreso dal cambio di toni di Matteo, che agli occhi di quanti hanno passato gli ultimi anni a dargli del cazzaro, del truce o del fascista, appare oggi come un mix di Kohl, Wojtyla e Fazio. L'ex agitatore di ruspe è diventato un paziente tessitore. Chiede a Draghi un atteggiamento europeista sull'immigrazione e non denuncia che è la Ue, complice il Pd, ad aver caricato il dramma clandestini solo sulle nostre spalle, sostiene che Arcuri vada aiutato anziché dire che andrebbe rimosso, dichiara che Speranza ha avuto un anno difficile invece di sentenziare che è un incapace. E così la sinistra, che già lo aspetta al varco con i mitragliatori carichi, non può che sparare alla cieca. La Repubblica ieri titolava "La Lega è già un problema", mentre per il Fatto Quotidiano "Salvini fa la guerra alla Salute". Colpi a salve, che prendono a pretesto e criminalizzano la difesa fatta dal ministro del Turismo di Matteo, Garavaglia, di chi vive di montagna e impianti sciistici, chiusi con violenza da Speranza dodici ore prima dell'annunciata riapertura. Una decisione assassina, che ammazza gli albergatori, che avevano già fatto la spesa e assunto per salvare il salvabile di una stagione compromessa.

 

 

 

Sognando Ursula

Il nuovo Salvini di governo, che dichiara che «bisogna deporre l'ascia di guerra e lavorare insieme pensando ai problemi del Paese», non è cambiato granché, semplicemente ha mangiato la foglia. La sinistra e i grillini, e anche mezza Forza Italia, non lo volevano al governo. Sognavano la maggioranza Ursula, quella che in Europa va da M5S al Ppe, ed è stata incapace di comprare i vaccini. Non hanno potuto negare alla Lega di entrare nella squadra, perché l'aveva invitata Mattarella, ma da allora l'hanno provocata in tutti i modi. I ministri Lamorgese e Speranza, disastrosi e sgraditi a Salvini, sono stati confermati. I posti a Forza Italia sembrano essere stati scelti apposta per premiare gli azzurri più invisi alla Lega, anche a costo di mal disporre Berlusconi. Quanto agli incarichi ai leghisti, sono tutti e tre di alto profilo, ma nessuno dei prescelti è di stretta osservanza salviniana. Insomma, la squadra di governo pare fatta apposta per poter reggere l'urto di una defezione della Lega senza scomporsi più di tanto.

 

 

 

I sottosegretari

Far saltare i nervi a Salvini è il nuovo gioco di società della sinistra costretta a tifare Draghi, che impazzisce per la tattica gandhiana dell'ex ministro, che ha toni ecumenici e concilianti perché si sta giocando la partita dei sottosegretari. Logica politica vorrebbe che alla Lega ne spettasse uno all'Interno, uno alla Giustizia, uno all'Economia e uno alla Sanità, nomine pesanti, che non è il caso di compromettere con dichiarazioni avventate. Grillo e Zingaretti possono permettersele, Matteo no, visto che deve subire dei processi anche solo se il suo ministro parla a favore di ristoratori e albergatori, quindi i suoi attacchi sono mirati unicamente contro i tecnici, i disastrosi Arcuri e Ricciardi. La Lega è il solo partito che ha raddoppiato i consensi stando al governo e il piano è di ripetere l'esperienza, approfittando della propria specificità rispetto all'ammucchiata giallorossa tendente al modello Ursula e puntando unicamente sui contenuti. In questo senso, auspicare una politica europea sull'immigrazione significa lasciare fuori dalla porta i clandestini, anche con le maniere forti, come fanno tutti gli altri Paesi Ue. Aiutare Arcuri vuol dire affiancarlo fino a renderlo passo dopo passo marginale. Sostenere Speranza significa commissariarlo e impedirgli di chiudere e aprire l'Italia come se fosse il cancello di casa sua, fregandosene dei danni economici, sociali e psicologici che causa.

 

 

 

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