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Vaccino, difendere la salute pubblica: tra gli italiani prevale senso di responsabilità e solidarietà

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Arnaldo Ferrari Nasi
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Non è cambiata l'opinione sui vaccini anti-Covid, ma, negli ultimi mesi, è cambiato l'atteggiamento verso chi non usa i vaccini. Rispetto allo scorso agosto, su un identico campione rappresentativo di 1.000 italiani adulti, si rilevano le medesime percentuali, quando si chiede se si ritiene che i vaccini siano testati o no. Solo il 30%, meno di un terzo, pensa a una totale e completa sperimentazione, mentre poco meno della metà (47%) ritiene che i vaccini «siano sperimentati, ma solo in parte». Il 19%, non pochi, uno su cinque, ritiene infine che, nella pratica, non sia stato fatto nessun test. Principalmente si tratta di persone tra i 55 ed i 65 anni, con basso titolo di studio, del nord, soprattutto nell'area dei partiti di sinistra-sinistra (34%) e tra i grillini (26%). Sicuramente, da quest' estate, ci si è vaccinati di più, l'89% contro il 74% di agosto, quasi tutti con seconda o terza dose. Sono meno coloro che se possono continueranno a essere non vaccinati, il 5%, rispetto al 13% di sei mesi fa.

 

 

Come ad agosto, pur se in proporzioni minori, un maggior numero di no-Covid-vax si trovano fra gli elettori di Fratelli d'Italia (14%) e Movimento 5 Stelle (9%). È cambiato l'atteggiamento di chi si è vaccinato contro il Covid nei confronti di chi continua a non farlo. Il 77%, che diventano la quasi totalità tra chi si è vaccinato, ritiene che«chi ha deciso di non vaccinarsi, mette in pericolo la libertà degli altri, perché in questo modo rischia di ammalarsi più gravemente e di intasare gli ospedali, portando il Paese a nuove restrizioni». Insomma, più che il rispetto delle scelte individuali, emerge il giudizio non positivo nei confronti di chi, nell'opinione dei più, elude quel senso di responsabilità sociale richiesto alla popolazione, dalla stessa popolazione.

 

 

Il Presidente Mattarella sembra aver letto nel pensiero degli italiani, quando nel suo discorso di fine anno ha detto: «La ricerca e la scienza ci hanno consegnato, molto prima di quanto si potesse sperare, questa opportunità. Sprecarla è anche un'offesa a chi non l'ha avuta e a chi non riesce oggi ad averla». Sembra che l'indubbia confusione sul tema, così come traspare da quanto si prova a capire dai media, non debba essere considerata di importanza primaria, almeno in questo momento. Ci si àncora al vaccino quale possibile mezzo per tornare alla normalità. Come sempre, la gente tende ad andare sul concreto, forse anche semplificando, ma green pass = vaccino; perfetto o imperfetto, è l'unico strumento plausibile. È probabile che l'obbligo vaccinale appena introdotto, per quanto parziale, possa, dalla grande maggioranza, essere visto con sollievo, non il contrario.

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