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Lilli Gruber, lo strano caso a "Otto e Mezzo": la zarina chiama i russi per bastonarli

Claudio Brigliadori
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Lezioni russe in prima serata. Sembrava impossibile, ma la guerra in Ucraina ha portato un salto di qualità notevole nei talk di casa nostra. Al posto dei no vax chiamati a instillare dubbi sui vaccini, ora ci si collega direttamente con Mosca. Come dire, abbeverarsi alla fonte del complottismo bellico. Lilli Gruber a Otto e mezzo è una specialista di questa specialità: nelle ultime settimane ha invitato a parlare nel salottino di La7 giornalisti megafono di Vladimir Putin.

 

 

 

Dopo Petr Fedorov (una sorta di Luttwak alla vodka) e la tostissima Olga Kurlaeva (capace di presentarsi agli italiani in caschetto biondo, tenuta mimetica e con un inquietante pupazzino di Dart Fener in primo piano, che qualcuno intende come messaggio subliminale dello Zar), è toccato alla giovane Nadana Fridrikhson. Tutti seguono lo stesso copione: negano, minimizzano, omettono e si prendono i rimbrotti della conduttrice e di chi è presente in studio. Ma poco cambia: l'effetto resta disturbante. Anche per Nadana, la parola d'ordine resta "mai dire guerra". E non nel senso della Gialappa' s, sia ben chiaro. Quando la Gruber e i suoi ospiti le fanno notare la dimenticanza, lei replica piccata: «Io a differenza vostra a Mariupol e nel Donbass ci sono stata, voi ascoltate solo quello che dicono i vostri amici americani».

 

 

 

A quel punto, ai telespettatori tentati di fidarsi della reporter conviene sapere che il canale tv per cui lavora la bella giornalista russa è di proprietà niente meno che del Ministero della Difesa. «Difficile pensare che quello che ci stai dicendo non sia propaganda, visto il ruolo centrale del tuo padrone in questa vicenda», la riprende Lilli la Rossa. E per una volta non si può non essere d'accordo con lei. Sulla Moscova fanno le cose in grande, a cominciare dai conflitti di interessi. 

 

 

 

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