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Lucio Caracciolo a Otto e mezzo: "Non sarà la pace", il destino di Zelensky

Lucio Caracciolo

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Lucio Caracciolo, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo u La7, nella puntata di ieri 13 aprile, non vuole usare la parola genocidio per i massacri di ucraini per mano dei russi. Questa parola "ha un peso" perché "è una parola legata alla Shoa", una parola "che non si può dire a vanvera perché se è tutto genocidio, niente è genocidio".

Detto questo, continua il direttore di Limes, "Per quanto riguarda gli interessi degli americani sono diversi da quelli degli europei e sono diversi anche all'interno degli stessi europei per i loro diversi rapporti con la Russia". Basti pensare ai Paesi dell'Est, perché i popoli baltici e i polacchi "che hanno avuto rapporti difficili con la Russia vedono questa guerra come l’occasione di finirla una volta per tutte", a differenza di italiani, spagnoli, tedeschi e francesi. 

 

 

Una parte dell'amministrazione di Joe Biden, poi, prosegue Caracciolo "dice molto chiaramente che questa storia deve finire con un cambio di regime che può voler dire che allora può non finire mai". Quindi, conclude il direttore di Limes, "non mi stupirei se alla fine si arrivi a un negoziato vero. Alla fine i due protagonisti di questa tragedia" Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin torneranno a parlarsi". Ma attenzione, avverte Caracciolo, perché il "compromesso non sarà la pace ma la fine di una guerra così cruenta". 

 

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