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CartaBianca, Mario Draghi eviti l'editto ucraino contro Bianca Berlinguer: l'affondo di Sallusti

Alessandro Sallusti
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Pare che la Rai voglia chiudere Cartabianca, il programma di Rai Tre condotto da Bianca Berlinguer famoso anche per gli a volte surreali duetti a tutto campo con lo scrittore montanaro Mauro Corona.

 

La decisione non sarebbe legata ai risultati di ascolti, peraltro buoni, bensì alle eccessive libertà politiche che la conduttrice si è presa rispetto alla sinistra di governo, soprattutto sul tema della guerra in Ucraina e in particolare all'eccessivo spazio concesso ad Alessandro Orsini, il professore nemico dell'Occidente e accusato di essere filo putiniano.

Ovvio che la linea Berlinguer non piaccia ad Enrico Letta, che di Rai Tre si ritiene il padrone, né sia gradita a Mario Draghi, che in quanto capo del governo della Rai in un certo senso è il padrone. Ed è pure ovvio che ciò che non piace a Letta e a Draghi non può piacere a Carlo Fuortes, nominato ad della Rai proprio per fare da cane da guardia a Pd e governo. Fa un po' ridere che solo oggi Draghi, Letta e Fuortes scoprano che la Berlinguer che hanno tra i piedi non è un caso di omonimia con Enrico Berlinguer, storico leader del Pci, ma una che ha, essendone la figlia, quegli stessi cromosomi e quindi carattere e quindi idee e quindi pure arroganze (Mauro Corona arrivò a definirla in diretta "Bianchina la gallina").

 

Paradosso della storia, e dei tempi che viviamo, il Pd vuole epurare una Berlinguer, ma fin qui nulla di nuovo, è noto che la politica mal sopporta i giornalisti, l'elenco degli epurati in Rai è sterminato.

Mi sorprende invece che al gioco in qualche modo ci stia, come si mormora malignamente nel Palazzo, Mario Draghi. Il nostro premier non ha certo bisogno di consigli ma lo metto in guardia da simili bassezze. Anche a me non piace la linea Berlinguer, ma trasformare Bianchina in una eroina vittima di epurazioni è una toppa peggio del buco. A distanza di oltre vent' anni c'è ancora chi definisce Silvio Berlusconi "quello dell'editto bulgaro" per aver fatto cacciare dalla Rai Luttazzi, Santoro e Biagi e trasformato così il punto più basso della loro carriera (l'uso personale della Rai contro un leader politico) in un monumento perenne alla loro memoria.

Lasciamo stare Letta che è un lottizzatore e Fuortes che è un mero esecutore dei desiderata del potere, Draghi farebbe bene a prendere le distanze da questa operazione. Non fosse altro per evitare che tra vent'anni uno possa dire: «Draghi? Ah sì, quello dell'editto ucraino con il quale cacciò la Berlinguer dalla Rai».

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