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Vladimir Putin, le troppe vittime dei sogni imperiali dello zar

Roberto Formigoni
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 «In Ucraina non abbiamo neppure iniziato», questa l'ultima feroce dichiarazione pubblica di Putin. E torna ad accusare l'Occidente di condurre una guerra per procura contro la Russia. «Gli occidentali vogliono combattere fino all'ultimo ucraino. È una tragedia per il popolo di Kiev». Ed è una tragedia sì questo attacco che l'esercito russo conduce con mezzi distruttivi sempre più potenti. Ma col passare dei giorni e delle settimane, emerge chiaramente che l'attacco all'Ucraina è stato preparato da molto tempo, ed è perfettamente inserito nei progetti di Putin fin dalla sua presa del potere (un recente libretto dello storico francese Nicolas Werth ce lo dimostra chiaramente). Fin dall'inizio Putin si dedica a riscrivere a modo suo la storia, con gran disprezzo della verità. Il suo obiettivo è ricongiungere la Russia contemporanea direttamente al passato zarista, visto come esempio di civiltà, fulgore e grandezza.

 

 


Il primo passo è stato dunque quello di "decomunistizzare" l'esperienza sovietica, riducendo l'Ottobre a incidente della storia, il passo successivo fu di attaccare l'azione di Lenin, accusandolo di tradimento e di svendita di interessi vitali del Paese solo per rafforzare il proprio potere. Verso Stalin l'atteggiamento è più sfumato, riconosce che a causa sua milioni di russi hanno sofferto e sono stati uccisi, ma l'esperienza sovietica deve essere salvaguardata perchè è al suo interno che si colloca la vittoria sul nazismo. Tale vittoria è il fondamento storico e ideologico sia del neo imperialismo putiniano sia dell'orgoglio patriottico che Putin vuole alimentare e far crescere. La "Grande Guerra patriottica 1941-1945", come Putin la chiama, è totalmente avulsa dalla Seconda guerra mondiale, di cui Putin nemmeno parla mai.

 

 


E l'Ucraina è un oggetto privilegiato del Putin storico. Gli ucraini sono per lui un popolo slavo che però l'invasione mongola del 13º secolo rigettò verso ovest, consegnandoli all'influenza nefasta della Polonia e del cattolicesimo. L'Ucraina come entità autonoma non è mai esistita, gli ucraini hanno la vocazione a passare sempre dall'altra parte, coi polacchi, i cattolici, i nazisti. Per questo, conclude Werth, «per Putin è necessario procedere a una pulizia totale... è da considerare colpevole anche una parte importante delle masse popolari, colpevoli di nazismo passivo, di collaborazione col nazismo... e la durata della denazificazione non può essere inferiore a una generazione. La denazificazione sarà inevitabilmente una de-ucrainizzazione». È più chiaro ora perché abbiamo il dovere di sostenere gli ucraini? 

 

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