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Massimo Cacciari cancella Michele Santoro: "Capisco che gli siano saltati i nervi, ma..."

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"La sinistra non esiste più, smettiamola una volta per tutte". Il professor Massimo Cacciari, come è nella sua indole, non le manda a dire. Intervistato da Concetto Vecchio per Repubblica ribadisce quanto va urlando da tempo, ovvero che la sinistra si è suicidata nel corso degli ultimi vent'anni ignorando le istanze "dei giovani disoccupati e dei sottoccupati, dell'esercito delle donne che non possono lavorare, i giovani ricercatori che per lavorare se ne devono andare all'estero...". E non va bene neanche l'idea di Michele Santoro di dar vita a un partito radicale, nuovo. Per Cacciari l'idea "è velleitaria": "Capisco che gli siano saltati i nervi, a me capita ogni cinque minuti, ma poi bisogna guardare in faccia alla realtà: e la realtà dice che non è più il tempo di Santoro e di Cacciari". 

 

 

Ma la parte più interessante dell'intervista è quella che riguarda il "pericolo fascista" nel caso la destra, e in particolare Giorgia Meloni, dovesse vincere le elezioni. Cacciari non reputa la destra in corsa per le Politiche pericolosa: "È una destra estrema, sovranista", dice spiegando che durante la campagna elettorale l'estremismo sovranista scomparirà". "Non vi è alcun pericolo fascista", insiste il filosofo spiegando che "il pericolo per fortuna è cessato negli anni Sessanta e Settanta. Se non ci fosse stato l'argine dell'intesa che su questo punto vi è sempre stata tra il Pci e la maggioranza democristiana saremmo anche noi finiti in mano ai colonnelli. Ma non è più quel tempo, per fortuna". Caccia non vede dunque una svolta autoritaria all'orizzonte anche perché puntualizza, "bisogna intendersi su cosa significa autoritarismo. Se significa Stato totalitario sul modello dei primi cinquant'anni del Novecento è ridicolo pensare a un suo ritorno. Sono forme di controllo, repressione, e neutralizzazione del conflitto, ormai arcaiche. Le forme di repressione e di controllo sono molto più sofisticate, e queste sì minacciose per la nostra democrazia, che potrà salvarsi solo con quelle profonde riforme istituzionali di cui nessuno più parla".

 

 

Quanto alla possibile alleanza del Pd con Carlo Calenda, Matteo Renzi e Luigi Di Maio, per l'ex sindaco di Venezia "sembra una strada obbligata. Ma la coalizione dovrebbe esprimere un comune sentire, questo è già più difficile, l'ultimo che vi riuscì fu Romano Prodi con l'Ulivo nel 1996. Ora la difficoltà sta nella convivenza di tanti galletti". Per Cacciari serve una coalizione che" possa attrarre i moderati, i delusi dell'elettorato di Forza Italia, i leghisti del Nord preoccupati per la svolta a destra, la grande borghesia imprenditoriale che guarda con inquietudine alla Meloni. Questo spazio c'è, è ampio". "Il centrosinistra", conclude Cacciari, "se fa così è pieno e in partita".  Altrimenti sono guai.

 

 

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