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Chiesa: familiari beato Puglisi, sua casa non sia reliquia

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Palermo, 20 ago. - (Adnkronos) - "Crediamo in quello che i tanti giovani del Centro Padre Nostro guidati da Maurizio Artale hanno fatto in questi lunghi anni, queste persone hanno preso con serieta' e incondizionato interesse l'opera del nostro familiare, Padre Pino Puglisi, colui che tanti anni fa fondo' questo Centro. Loro hanno avuto coraggio e hanno dimostrato amore e solidarieta' verso coloro che hanno necessita' di essere seguiti ed accompagnati per trovare la via della legalita'. Tutto questo lo hanno fatto e continuano a farlo 'da soli"'. E' un passaggio di una lunga lettera aperta scritta dai familiari del beato Pino Puglisi, il parroco antimafia ucciso da Cosa nostra a Brancaccio. La famiglia del religioso, nella prima dichiarazione pubblica, interviene nella polemica sull'acquisto della casa in cui il religioso ha vissuto e difende l'azione del centro guidato da Maurizio Artale e dai volontari. "Bussando hanno trovato le porte chiuse da tutti e soprattutto da coloro che si dichiarano amici storici - si legge ancora nella missiva -; persino la Chiesa, a cui hanno chiesto piu' volte collaborazione, sostegno e aiuti ha alzato dinanzi a loro un muro. Se questo li ha portati a dover chiedere aiuto alle istituzioni per realizzare tutto quello che Padre Puglisi voleva, e noi sappiamo cosa lui desiderava, noi pensiamo che hanno fatto bene. Coloro che si dichiarano 'amici storici' ci devono dimostrare cosa hanno fatto per continuare quello che il nostro familiare voleva. Dov'e' la loro solidarieta'? Dov'e' la loro presenza a Brancaccio lungo le vie della sofferenza?". (segue)

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