Cancro seno, in Italia 'arma' che rallenta progressione
Roma, 11 ott. (AdnKronos Salute) - Una donna su otto si ammala di tumore al seno nel corso della sua vita: la stima per il 2018 è di 52 mila nuovi casi in Italia. Di questi il 30% è destinato a progredire ed evolversi in tumore avanzato metastatico (12 mila pazienti nel nostro Paese). Contro il carcinoma al seno avanzato è da oggi disponibile in Italia ribociclib, un inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti 4-6 (Cdk 4/6). Una nuova classe di farmaci che, in aggiunta alla terapia ormonale nelle donne con tumore al seno avanzato (Hr+/Her2-) "hanno dimostrato di migliorare i risultati ottenuti con la sola terapia ormonale e di prolungare la sopravvivenza e rallentare la progressione del tumore", hanno sottolineato gli esperti che oggi hanno presentato a Roma il nuovo standard di trattamento rimborsabile dal Ssn e disponibile in alcune Regioni dal 25 settembre in trattamento orale. La conferenza è stata l'occasione per l'anteprima di un cortometraggio, 'Tempo di vita', diretto da Stefano Landini, prodotto dal Centro sperimentale di cinematografia di Roma, e incentrato sulla storia di una donna che scopre di avere un tumore al seno avanzato. Un'opera che verrà presto proiettata in diversi festival. "Per chi si ammala oggi le prospettive sono differenti: con la malattia si può convivere e si può controllare, mentre 10-15 anni fa si pensava fosse comunque letale. Con questo nuovo farmaco possiamo controllare il tumore, almeno il 50% delle nostre pazienti che assumeranno la terapia almeno per due anni vivranno bene - spiega Michelino De Laurentiis, direttore Dipartimento Corp-S assistenziale e di ricerca dei percorsi oncologici dell'Istituto tumori Irccs Fondazione Pascale - Utilizzato in prima battuta quando si sviluppano metastasi da tumore mammario ormone-sensibile è in grado di raddoppiare l'efficacia della terapia ormonale di base, consentendo nella maggior parte delle pazienti un ottimo controllo della malattia senza ricorrere alla chemioterapia". L'Italia ha giocato un ruolo da protagonista nel programma di ricerca clinica della Novartis per lo sviluppo di ribociclib con circa 1000 pazienti inclusi negli studi.