Studenti in piazza
Roma, 11 set. (AdnKronos) - Primo sciopero generale della scuola indetto dagli studenti, una manifestazione che potrà mettere a rischio il normale svolgersi delle lezioni in aula. Lo sciopero è stato proclamato dall'Unione degli Studenti, che annuncia ulteriori mobilitazioni nei prossimi mesi per ottenere un cambiamento concreto della scuola. "In Italia il diritto allo studio non è garantito, nella manovra manca un cambiamento reale per i giovani. Scuole e università saranno in stato di agitazione permanente": è la dichiarazione congiunta di Rete della Conoscenza, Uds e Link, associazioni promotori dei cortei. "Siamo in piazza perché subiamo l'ingiustizia quotidiana di costi economici insostenibili per studiare. La manovra finanziaria annunciata dal Governo ignora i problemi degli studenti, non prevede maggiori risorse per il diritto allo studio né per la qualità della formazione o per la ricerca. Da Nord a Sud, saremo in stato di agitazione permanente nelle scuole e nelle università finché non avremo risposte concrete dal Governo nazionale mentre, ad oggi, Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche" dichiara Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza. "Questo non è cambiamento - prosegue Cossu - vediamo infatti il maggior deficit previsto viene utilizzato per condoni agli evasori fiscali e per tagliare le tasse ai più ricchi. Per noi giovani mancano le risorse e mancano provvedimenti concreti per contrastare la precarietà nel mercato del lavoro. Il ‘cambiamento' tanto propagandato sembra in netta continuità per il passato, perché é assente un progetto di rilancio dello sviluppo sostenibile per il nostro Paese". “Nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale verrà mantenuta: nessuna abolizione della legge 107 e nessun superamento dell'alternanza scuola-lavoro, solo provvedimenti che peggioreranno la condizione degli studenti. La riduzione delle ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro non risolve alla radice la necessità di una totale riforma del sistema didattico e crea ulteriore discriminazione tra licei, istituti tecnici ed istituti professionali. Anche le linee guida dell'Esame di stato non rispondo alle nostre aspettative: eliminare la terza prova e sospendere solo temporaneamente l'obbligatorietà dei Test Invalsi non è una risposta alle nostre esigenze” afferma Giulia Biazzo, Coordinatrice nazionale di Unione degli Studenti. “Negli ultimi vent'anni - conclude - più di 3 milioni e mezzo di studenti sono stati costretti ad abbandonare gli studi: serve una scossa. Esigiamo reali finanziamenti sull'edilizia scolastica, la garanzia del diritto allo studio con forme di reddito di formazione che abbattano le barriere economiche e le disuguaglianze, l'approvazione del Codice Etico sull'alternanza scuola lavoro per impedire che gli Enti Privati lucrino sulla nostra formazione”. Da Alessio Bottalico, Coordinatore nazionale di Link Coordinamento universitario, arriva l'invito a “intervenire sulle gravi carenze dei servizi per il diritto allo studio a livello nazionale, con un forte aumento dei fondi statali per borse di studio e residenze universitarie, arrivando all'eliminazione della figura dell'idoneo non beneficiario e all'accorciamento dei tempi di erogazione delle borse di studio, partendo dall'aumento e dalla tempestiva distribuzione del fondo per le borse tra le Regioni, per rendere realmente l'Università accessibile economicamente a tutte e tutti". "Allo stesso tempo - prosegue Bottalico - è più che mai urgente aumentare la no tax area per permettere a quanti più studenti possibile di poter accedere all'Università. Oggi il caro affitti ed il nero rappresentano alcuni dei grandi ostacoli che gli studenti, che di trasferiscono in altre città per studiare, incontrano. Per questo richiediamo oltre all'aumento dei posti alloggio nelle residenze, anche politiche abitative in grado di rispondere ai bisogni degli studenti fuorisede. Inoltre, intervenire sul numero chiuso per il suo progressivo superamento è quanto mai necessario per aumentare il basso numero di laureati nel nostro Paese e permettere agli studenti di scegliere il proprio corso di studi: ma oggi non si fa ancora alcuna menzione dell'aumento dei finanziamenti all'Ffo necessario. Oggi siamo in piazza in tutta Italia e dal 22 al 26 ottobre come studenti e studentesse universitarie prenderemo parola con la consultazione studentesca 'La nostra vita non è un gioco: ora parlano gli studenti' per dire al Governo quali sono i nostri reali bisogni'".