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Proposta Simit, vaccinazioni in ospedale per immunodepressi

AdnKronos
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Riva del Garda, 19 ott. (AdnKronos Salute) - Creare dei centri di vaccinazione all'interno degli ospedali italiani dedicati ai pazienti fortemente immunodepressi, perché trapiantati o con patologie gravi, che spesso sul territorio non trovano 'risposte' alle loro esigenze e tralasciano di fare vaccinazioni necessarie a non aggravare le loro già compromesse condizioni di salute. E' la proposta della Società italiana di malattie infettive (Simit), illustrata da Massimo Andreoni, docente di malattie infettive all'Università Tor Vergata di Roma e direttore scientifico Simit, in occasione del 51esimo Congresso nazionale della Società italiana di igiene (Siti), in corso a Riva del Garda. "Grazie ai grandi progressi fatti della medicina -spiega- oggi c'è tutta una serie di pazienti immunodepressi che cronicamente si riferisce all'ospedale per la propria malattia. Parlo di pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia, trapiantati d'organo o di midollo, pazienti con Hiv, pazienti dermatologici o reumatologici in cura con farmaci biologici, ovvero una grande varietà persone abitualmente presenti in ospedale. Questi pazienti, proprio per il loro grado di immunodepressione - spiega ancora Andreoni - da una parte devono essere protetti attraverso le vaccinazioni, dall'altra sono difficili da valutare rispetto alla vaccinazione". Da qui il progetto Simit. "L'idea è che questi pazienti possano essere vaccinati all'interno dell'ospedale", perché "il più delle volte, data la complessità delle loro condizioni, quando si recano sul territorio non trovano risposte alle loro domande o esigenze. La proposta alla quale stiamo lavorando -afferma l'infettivologo- è che siano gli stessi specialisti che li seguono a dare loro le indicazioni alla vaccinazione, perché conoscono bene le loro problematiche. E per questo creare dei punti di vaccinazione all'interno degli ospedali". Ma quali sono le vaccinazioni alle quali questi pazienti dovrebbero sottoporsi? "Per fare qualche esempio - risponde Andreoni - pensiamo alla vaccinazione anti-meningococcica: si è visto infatti che nei pazienti immunodepressi, come quelli con Hiv, la meningite si sviluppa con una frequenza 10 volte superiore rispetto alla popolazione normale. Ma anche alla quella anti-pneumococco, perché se è vero che l'infezione può colpire chiunque, è altrettanto vero che in questi pazienti può avere un decorso estremamente grave", conclude.

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