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Mafia: buttafuori di Cosa nostra nei locali, a Palermo undici arresti per estorsione

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AdnKronos
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Palermo, 17 set. (AdnKronos) - Buttafuori di Cosa nostra nelle discoteche palermitane. E' quanto scoperto dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo che ha delegato i carabinieri del comando provinciale ad eseguire nel corso della notte un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il tribunale, nei confronti di 11 persone ritenute responsabili del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini condotte hanno consentito "di cristallizzare le convergenze degli interessi di cosa nostra – in città e in provincia – sul controllo di importanti aspetti organizzativi legati alla gestione dei locali notturni". E' emerso, invero, la caratteristica "capacità dell'organizzazione mafiosa d'infiltrarsi e controllare in maniera pervasiva la gestione dei servizi di sicurezza privata espletata nei locali notturni palermitani e della provincia mediante la diretta imposizione dei soggetti addetti ai servizi di vigilanza e la doverosa corresponsione di un quantum per ogni operatore impiegato". Interfaccia degli interessi del sodalizio mafioso nella gestione dei rapporti con gli esercenti dei locali notturni era Andrea Catalano, "che sfruttava i solidi e risalenti legami con gli esponenti di vertice dei mandamenti mafiosi di Porta Nuova per imporre il reclutamento di personale, di sua scelta, per l'espletamento del servizio di vigilanza, demandando a una società privata l'onere della regolarizzazione amministrativa e contabile dei soggetti impiegati". Inoltre, al fine di eludere la normativa di settore, erano state fondate due associazioni di volontari antincendio nell'ambito delle quali venivano formalmente impiegati, in qualità di addetti antincendio, quei “buttafuori” che, a causa dei loro precedenti penali, si trovavano nell'impossibilità di ottenere la necessaria autorizzazione prefettizia.

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