Mafia: depistaggio Borsellino, Genchi 'ho prove ciò che dice Boccasini non è vero/Adnkronos (4)
(Adnkronos) - Da qui "la sorpresa" dei due magistrati per l'addio di Genchi. Mentre ieri, Boccassini, al processo sul depistaggio ha ripetuto più volte che era stata lei aa pretendere l'allontanamento di Genchi dalle indagini. “La pm Boccassini, però, non nutriva gli stessi sentimenti nei miei confronti nel 1992 e fino al 25 maggio 1993 – dice oggi Giacchino Genchi - quando dopo avermi incaricato di svolgere le indagini più riservate sulle stragi di Capaci e di Via D'Amelio, inveì per la sua improvvisa decisione di lasciare il gruppo di indagini per asserite “ragioni di sicurezza”, come La Barbera aveva dato a credere ai magistrati di Caltanissetta, che di contro hanno ritenuto di chiedere conto a me delle sue decisioni solo 16 anni dopo, agli inizi del 2009, con una audizione che è stata la vera causa della mia strumentale “sospensione” dal servizio e della sua successiva destituzione dalla Polizia di Stato, proprio per avere riferito nel corso di un pubblico convegno dei depistaggi di Arnaldo La Barbera e dei vertici del Ministero dell'Interno dell'epoca sulle stragi del 1992”. “Facciamo un passo indietro nel tempo. I primi giorni dell'ottobre del 1992 sembrano decisivi per risolvere il rebus delle stragi: su via D'Amelio, io avevo contribuito ad individuare l'intercettazione a casa della sorella di Borsellino e pensava di aver scovato il telefonista, Pietro Scotto- ricorda ancora Genchi - Quanto a Capaci, ci sono i contenuti delle agende elettroniche di Giovanni Falcone, con l'annotazione del viaggio in America alla fine di aprile del 1992".