Roma, 26 gen. - (Adnkronos) - "La corruzione la cui estensione si e' rivelata diffusa in maniera disinvolta, arrongante e spregiudicata dilaga nel distretto della Corte d'Appello del Lazio". E' questa una delle osservazioni fatte dal procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma Luigi Ciampoli intervenuto con la sua relazione dopo che si era conclusa quella di Giorgio Santacroce. Secondo il magistrato "nessun segmento sociale puo' dirsi oggi indenne da tale contaminazione. Quello che muta e' solo la quantificazione in termini di valore venale". Soffermandosi poi sulla necessita' di combattere questo fenomeno da parte del legislatore, secondo Ciampoli, "certamente il miglior banco di prova per la nuova legge sara' la sua pratica e l'applicazione che ne dimostrera' la sua efficacia e la sua efficienza". Secondo Ciampoli "triestemente l'Italia si colloca nella specifica graduatoria vicino a nazioni in cui il livello sociale, democratico, di sviluppo e' notoriamente limitato. Ed invero la corruzione finisce per alterare le leggi del mercato sostituendo le scelte e le soluzioni basate sulla leale e reale competizione economica-commerciale, con attribuzioni false, non appropriate, dannose per i generali interessi". Secondo Ciampoli "la caduta morale espressa dalla corruzione si ripropone anche con l'evasione fiscale. In tal campo, finalmente, si riscontra la maggior presa di coscienza dei cittadini i quali, di conseguenza, e' bene rimarcarlo, attendono dalla totale e leale partecipazione contributiva il miglioramento dell'offerta dei servizi forniti dalla pubblica amministrazione con conseguente sostanziale riduzione della pressione fiscale".




