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Napolitano bacchetta MontiBasta mazzate agli italiani

Il Capo dello stato scrive al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Catricalà: "Prossimi tagli siano equi e socialmente sostenibili"

Glauco Maggi
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Con la politica in vacanza, e a poche settimane da uno degli autunni più duri per il nostro Paese, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prende carta e penna e scrive al segretario della presidenza del Consiglio dei ministri, Catricalà. Argomento: i tagli. Dopo aver dato il via libera al dl sulla spending review giusto qualche giorno fa e in attesa del bis atteso a partire da settembre, il Capo dello Stato si raccomanda che i tagli siano "equi e socialmente sostenibili". Una terminologia istituzionale con la quale Napolitano bacchetta il governo Monti per quanto fatto fin qui, durante la primavera lacrime e sangue che ci siamo appena lasciati alle spalle.  "Il presidente della Repubblica raccomanda che in sede di revisione del complesso di spesa si effettuino scelte equilibrate,  sostenibili socialmente e coerenti con la necessaria priorità degli investimenti per l'innovazione, la ricerca e la formazione" si legge in una missiva inviata il 10 agosto scorso, dopo la conversione in  legge da parte del Parlamento del dl sulla Spending review. Un provvedimento che, ricorda ancora il Quirinale, ha visto "molte modifiche", "strettamente connesse agli interventi individuati dal governo in sede di approvazione del decreto emanato dal Presidente della Repubblica". Ed è in quest'ottica che la lettera si sofferma sulla   situazione degli enti di ricerca, il loro finanziamento ed il loro   futuro. "Il presidente Napolitano, nel prendere atto che in sede di   conversione è stata soppressa per il 2012 la riduzione dei   trasferimenti agli enti di ricerca, mentre le riduzioni per gli anni   successivi, 2013 e 2014, sono state demandate al decreto ministeriale   di ripartizione del fondo ordinario di finanziamento, auspica, che in   tale sede, si valutino attentamente le finalità e la specifica   condizione finanziaria di ciascun ente", dice ancora il Quirinale.  

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