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Locomotiva tedesca rallentaLa Merkel sotto accusa:ha detto palle ai tedeschi

Matteo Legnani
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In molti glielo avevano detto, alla cancelliera tedesca Angela Merkel, che la politica del rigore assoluto negli altri paesi europei, da lei fortemente voluta, avrebbe finito per avere conseguenze sul breve-medio termine anche per la corazzata Germania. E i nodi sembrano iniziare a venire al pettine, e circa un anno dal voto tedesco che potrebbe vedere la Merkel più in difficoltà di quanto si potesse immaginare anche solo un anno fa. Il dato più evidente è quello del Pil tedesco, che nel secondo trimestre 2012 è cresciuto solo dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. Ma ci sono altri segnali di scricchiolio: L'indice Pmi (che riflette l'andamento dell'attività manifatturiera e dei servizi) ha registrato ad agosto una contrazione, calando a 48,3 punti da 50,3, contro attese di un dato quantomeno stabile. E l'indice manifatturiero, calcolato dalla società londinese Markit, si è attestato a 45,1 punti, in contrazione per il sesto mese consecutivo. Segnale che la grande machina produttiva tedesca si sta inceppando. E il motivo, secondo gli analisti, è da rintracciare non tanto in un calo dei conumi interni, quanto in un crollo di quelli di alcuni partner commerciali della Germania, come Italia e Spagna. Che sta colpendo anche la corazzata dell'auto. Se Audi, Mercedes e Wolksvagen sbandierano vendite da urlo, un altro colosso tedesco delle quattro ruote, Opel, ha deciso di ridurre l'orario di lavoro e di mettere in Cig gli operai in conseguenza del calo di vendite nei paesi mediterranei colpiti dalle misure di auterità. Con un taglio degli stipendi fino al 6% mensile. 

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