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Imu, slittamento della prima rata a settembre

Enrico Letta

Andrea Tempestini
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  Un mini rinvio a settembre. Una mini-sospensione e soltanto sulla prima casa. Questo le ipotesi che circolano sul programma del governo Letta sull'Imu. E' quanto riferiscono fonti ministeriali, senza entrare nel dettaglio del decreto sul quale sta lavorando l'esecutivo (il Cdm inizierà alle 18). La sospensione della gabella sulla casa, dunque, non riguarderebbe i capannoni industriali (l'importo da versare anzi aumenterà) anche se, viene riferito, si cercherà fino all'ultimo minuto di estenere la misura. Tensione alle stelle - La soluzione che si potrebbe prospettare è destinata ad essere bocciata dal Pdl, che chiede l'abolizione della tassa e la restituzione di quanto versato. Un mini-slittamento di soli tre mesi difficilmente potrebbe essere digerito dagli azzurri, già sugli scudi per la condanna Mediaset a Silvio Berlusconi e per il balletto del Partito democratico sulla nomina di Francesco Nitto Palma in Commissione Giustizia. Se le indiscrezioni venissero confermate, la tensione nel governo è destinata a schizzare alle stelle. Le coperture - Sempre stando alle indiscrezioni, saranno anticipi di Tesoreria e della Cassa Depositi e Prestiti, garantiti dal Tesoro, a finanziare i Comuni al posto dell'acconto Imu sulla prima casa di giugno, che comunque verrà rinviato. Lo slittamento dell'acconto della gabella vale due miliardi, ma tecnicamente non ha bisogno di copertura perché si tratta solo di un rinvio. Da coprire, per quel che riguarda i soldi dovuti ai Comuni, sono soltanto gli interessi sulle somme anticipate dal Tesoro (e dalla Cdp) che sono, tuttavia, di modesta entità. Il decreto stabilisce che i Comuni dovranno calcolare l'Imu dovuta sulla base dei dati del dipartimento delle Finanze in vista di pubblicazione a breve. Rifinanziamento Cig - Nel decreto che verrà messo a punto in Consiglio dei ministri troverà spazio anche il rifinanziamento della Cig: i soldi arriveranno in parte dal fondo stanziato dal ministero del Lavoro per la formazione e in parte dalle somme utilizzate dai fondi residui della detassazione dei salari di produttività. L'idea è quella di arrivare alla somma di 1,5 miliardi circa, compresi gli 800 milioni del fondo stanziato dalla legge di stabilità.  

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