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Fisco, ecco il nuovo redditometro: sarà retroattivo, verifiche solo su spese certe

Dall'Agenzia delle Entrate la guida agli accertamenti. Si indagherà dal 2009 ma solo su scostamenti significativi tra reddito dichiarato e spese effettuate

Giulio Bucchi
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Arriva, dopo una gestazione elefantiaca, il nuovo redditometro e finalmente si scopre che a far scattare il sospetto degli ispettori fiscali saranno (almeno nella fase iniziale), gli "scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa manifestata", vale a dire una incongruenza di almeno il 20 per cento. Per selezionare i contribuenti a maggior rischio di evasione, l'Amministrazione finanziaria prenderà in considerazione solo spese e dati certi (presenti in Anagrafe tributaria o nella dichiarazione dei redditi) e non considerà le spese medie Istat che non verranno tenute in considerazione nel calcolo dello scostamento tra reddito dichiarato e reddito ricostruito.  Redditometro retroattivo - Ieri, dopo una lunga elaborazione e un'altrettanto infinita polemica, l'Agenzia delle Entrate ha finalmente diffuso la circolare con le "istruzioni operative" del nuovo accertamento sintetico. Il nuovo metodo di ricostruzione del reddito si applica retroattivamente a partire dai redditi dichiarati nel 2009, mentre per quelli precedenti valgono ancora le vecchie regole. Tra gli scogli più ostici, pare superato, la circolare delle Entrate evidenzia come con il nuovo redditometro non venga applicato "il coefficiente alle singole voci, ma la spesa vale per il suo ammontare".    Solo "dati certi" - I contribuenti incongrui saranno selezionati tra quelli per i quali è emerso un "significativo scostamento" tra reddito dichiarato e spese sostenute rientranti tra le "spese certe". Ciò permetterà "di incentrare il contraddittorio su dati certi e situazioni di fatto oggettivamente riscontrabili, con l'obiettivo - spiegano dalle Entrate - di ridurre al minimo l'incidenza delle presunzioni" e delle inevitabili polemiche. Come funziona la verifica - I segugi - e i programmi informatici dell'Agenzia - nella "fase istruttoria", vale a dire la ricerca di possibili evasori, metteranno a confronto la spesa complessiva ed effettiva del contribuente con il reddito dichiarato. E per vedere se le spese sono state compatibili con quanto dichiarato si comincerà mettendo in colonna le spese certe sostenute direttamente dal contribuente o dal familiare fiscalmente a carico. Quali spese? Quelle che risultano all'Anagrafe tributaria o indicate dal contribuente stesso in dichiarazione dei redditi. Ovvero le spese per mantenere i beni dichiarati: abitazione, mezzi di trasporto, natanti, ecc. Ovviamente si terrà conto anche degli eventuali incrementi patrimoniali e la quota "del risparmio formatasi nell'anno". Se poi il contribuente non dovesse fornire spiegazioni credibili e documentabili, l'ufficio prenderà in considerazione anche le spese correnti, "quantificabili in base alla media Istat, che concorreranno alla determinazione sintetica del reddito".  Il doppio contraddittorio - E tanto per non passare per falchi fiscali gli ispettori delle Entrate hanno anche messo in piedi il sistema del "doppio contraddittorio". Vale a dire che è previsto un raddoppio dei "momenti di confronto" con il cittadino. Spiega l'Agenzia: "Fin dal primo incontro il contribuente può fornire chiarimenti sugli elementi di spesa individuati e sul proprio reddito". Insomma, provare a dimostrare che le spese sostenute sono state affrontarte grazie a "redditi esenti", come un'eredità. Oppure rettificare i dati dell'Anagrafe tributaria, dimostrando che le spese hanno un diverso ammontare o che sono state sostenute da terzi. Se le spiegazioni saranno "esaustive",  il controllo si chiuderà subito. In caso contrario arriverà "un nuovo invito al contraddittorio", e non si riuscirà a trovare un accordo, l'ufficio emetterà l'avviso di accertamento.

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