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Imu, Alfano: "Possiamo farcela". Brunetta: "Basta balle"

Sulla tassa sulla casa (e sul governo) deciderà il CdM di mercoledì. Il falco Pdl: "La franchigia a 500 euro non serve a nulla". Confartigianato: "Le imprese hanno pagato 9 miliardi"

Giulio Bucchi
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Sull'Imu "c'è ancora da lavorare, ma possiamo farcela". Lo scrive su Twitter il segretario del Pdl Angelino Alfano, che in un clima tesissimo da ultima spiaggia prova a rinsaldare un po' il premier Enrico Letta in vista del decisivo Consiglio dei Ministri di mercoledì, che dovrà dire una parola definitiva sull'abolizione della tassa sulla casa e, di conseguenza, sulla sopravvivenza delle larghe intese. Il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, del Partito democratico, dopo il mini-vertice che ha preceduto il CdM sul pacchetto P.A. (questo sì approvato senza sorprese) ha ribadito: "Stiamo lavorando per trovare una soluzione". Flebile apertura al Pdl (e a Brunetta, il più determinato) che chiede l'abolizione completa dell'Imu sulla prima casa e non solo l'esenzione per il 70% degli italiani, come annunciato dallo stesso Delrio qualche settimana fa. Brunetta: "Franchigia? Balle" - "C'è chi cerca di far credere che con una franchigia a 500 euro si riesca a far pagare questa tassa solo a chi ha redditi alti. Si tratta di una balla gigantesca, come credo sia evidente a tutti - è il nuovo affondo di Renato Brunetta -. Il 78% delle famiglie italiane risiede in abitazioni di proprietà e l'88% dell'Imu è versata da famiglie il cui reddito non supera i 55mila euro lordi all'anno". "Non esiste - conclude il "falco buono" azzurro - una soluzione in grado di far pagare solo ai ricchi ricavandone comunque un gettito significativo, l'Imu non è una tassa proporzionale al reddito ma al valore catastale. E il valore catastale non ha alcun rapporto con il valore reale". Il (difficile) punto d'incontro - Tra esenzione totale e "franchigia" Pd e Pdl potrebbero (se davvero vogliono tenere in vita l'esecutivo) trovare un punto d'incontro a metà strada. Per esempio, quello di tassare solo le case di lusso aumentando però la fetta di immobili compresi in questa categoria. Per esempio, abitazioni di 300 metri quadrati, oppure leggermente più piccole ma abitate da un solo inquilino o, ancora, dotate di servizi "di lusso" come portiere, custode, giardiniere fisso. Il problema è sempre la copertura finanziaria, che per ora sarebbe di 3 miliardi di cui 2,4 servono per eliminare la rata di settembre.   Gli imprenditori versano 9,3 miliardi - La tassa sulla casa non riguarda solo le famiglie. Anzi, forse l'impatto più pesante l'imposta sugli immobili ce l'ha sulle imprese. Nel 2012 gli imprenditori hanno pagato 9,3 miliardi di euro sugli immobili produttivi, il 39,1% del totale dei 23,7 miliardi di gettito Imu dello scorso anno. E da gennaio scorso il prelievo è lievitato dell'8,3%, "pari a 491,2 milioni di euro di maggiori tasse per le aziende italiane", è l'allarme lanciato da Confartigianato che in vista delle decisioni del Governo su Imu e Tares ha calcolato l'impatto dei due tributi su imprese e famiglie. Secondo lo studio "l'Imu ha generato un maggiore prelievo fiscale di 14,5 miliardi sui contribuenti". Nel passaggio da Ici a Imu, gli imprenditori sono stati più penalizzati perché "il 50,6% dei Comuni italiani ha aumentato l'aliquota base da applicare agli immobili produttivi, il 47,9% ha mantenuto l'aliquota base del 7,6 per mille e soltanto l'1,6% dei Comuni l'ha ridotta". Con il risultato che l'aliquota media nazionale applicata agli immobili produttivi è pari al 9,4 per mille, a fronte del valore base del 7,6 per mille. 

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