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Ocse, nel 2050 l'Italia sarà terzo Paese più vecchio al mondo: conti pubblici sempre più a rischio

Benedetta Vitetta
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Lo sentiamo ripetere da anni ormai: l'Italia è un Paese per vecchi. Ma stavolta a confermare la situazione non certo rosea del Belpaese è persino l'Ocse: l'Italia, nel 2050, diventerà il terzo Paese più vecchio al mondo, dietro al Giappone e alla Spagna. Il dato emerge dal rapporto dell'Ocse "Preventing Ageing Unequally" ("Come prevenire l'ineguale invecchiamento") pubblicato oggi, in cui l'organizzazione di Parigi rileva che "già oggi l'Italia è uno dei più vecchi Paesi dell'Ocse" e nel 2050 avrà 74 over 65enni ogni 100 persone tra i 24 e i 64 anni contro i 38 attuali. Il Belpaese resta, per il momento, dietro al Giappone che, nel 2050, ne avrà addirittura 78, e la Spagna (76). Un trend destinato a peggiorare i conti dello Stato, in un'Italia dove - aggiunge l'Ocse, "le ineguaglianze tra i nati dopo il 1980 sono già maggiori di quelle sperimentate dai loro parenti alla stessa età". E, poiché "le diseguaglianze tendono ad aumentare durante la vita lavorativa, una maggiore disparità tra i giovani di oggi comporterà probabilmente una maggiore diseguaglianza fra i futuri pensionati, tenendo conto del forte legame che esiste tra ciò che si è guadagnato nel corso della vita lavorativa e i diritti pensionistici". Uno scenario piuttosto catastrofico, dunque. 

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