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Cuneo fiscale, detrazioni per lavoratori e imprese: come cambia la busta paga

Al vaglio del consiglio dei ministri ci sono misure per i lavoratori che potrebbero trovare qualcosa in più in busta paga. Poco e una tantum, ma meglio di niente

Michele Chicco
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Approda in Consiglio dei ministri, oggi 15 ottobre, la legge di stabilità per il 2014. Sul tavolo misure per la crescita e una piccola sforbiciata alle tasse. Luci puntate sulle buste paga: il governo prevede tagli per il costo del lavoro sia in favore dei dipendenti (con un aumento delle detrazioni Irpef) che delle imprese (con la deducibilità dall'Ires di 15 mila euro).  Cuneo fiscale - Il governo prevede di ridurre la differenza tra quanto percepito in busta paga dai lavoratori dipendenti e il costo del lavoro a carico delle imprese: il cuneo fiscale dovrebbe abbassarsi permettendo ai lavoratori di percepire qualcosa in più in busta, a dire il vero pochissimo e una tantum. Le bozze che circolano in queste ore prevedono due possibilità alternative, una meno generosa dell'altra. Di sicuro si sa che la riduzione sarà proporzianale al reddito percepito dai dipendenti e sarebbe a zero per chi riceve una busta paga superiore ai 61mila euro all'anno lordi.  Soldi in più - Nel concreto, chi guadagna fino a 9mila euro lordi potrebbe percepire 2,77 euro in più in busta paga in dodici mesi se la misura del govero dovesse essere al ribasso; "ben" 5,63 euro se il consiglio dei ministri dovesse essere, invece, più generoso. Le cifre che i lavoratori dipendenti troveranno in busta paga saranno, come si evince, basse e i più "fortunati" saranno quelli che guadagnano 17mila euro lordi all'anno. Il loro netto vedrà un'iniezione, per una volta sola in un anno, di 110,77 euro nella prima ipotesi; di 225,46 euro nella seconda. Chi guadagna 31mila euro lordi all'anno si beccherà 75,18 euro in più se i ministri dovessero decidere di stringere un po' e di 153,01 euro se dovesse optare per l'opposto. In proporzione tutti potrebbero guadagnare qualcosina, piccole cifre che però fanno sempre comodo. Esclusi, come detto, resteranno i lavoratori che guadagnano oltre i 61mila euro all'anno: per loro il netto in busta paga non varierà, né nell'una né nell'altra ipotesi. 

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