Bollette, per colpa dei grillini arriva il maxi-rincaro: perché sarà un bagno di sangue
Effetti immediati del governo 5 Stelle: via libera al primo parco eolico offshore dopo nove anni di attesa, scartoffie e ricorsi. Come se il passaggio alle energie rinnovabili fosse da solo la soluzione di tutti i problemi dell' Italia. Dieci turbine al largo di Taranto, proprio di fronte a quell' Ilva che i grillini vogliono chiudere e a pochi chilometri dall' approdo del gasdotto Tap tanto inviso alla ministra per il Sud, Barbara Lezzi. In effetti lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel suo discorso sulla fiducia al Senato: «Non siamo disponibili a sacrificare l' ambiente per altri scopi». Lo sviluppo industriale, per esempio. In piena linea con il "Contratto per il governo del cambiamento" che infatti colloca l' Ilva, che è un tema di politica industriale e del lavoro, nel capitolo relativo all' ambiente. È vero che uno dedicato all' industria non c' è e quindi da qualche parte bisognava metterla, ma guardare tutto in chiave verde appare riduttivo in un Paese come il nostro che è tra i sette più grandi del mondo. Né si può interpretare solo in chiave ambientale il tema delle infrastrutture e dei trasporti, settore trainante per l' economia, per quel rilancio e quello sviluppo tanto invocati e a cui si fa sempre ricorso come fonti di copertura per qualsiasi proposta politica che comporti maggiori spese o minori entrate, o a cui ci si appella quando si auspica la riduzione del debito pubblico attraverso la crescita. «Con le nostre scelte politiche ci adopereremo per anticipare i processi, peraltro già in atto, di decarbonizzazione del nostro sistema produttivo», ha detto ancora Conte, ma la sua dichiarazione stride con ciò che il M5S predica sui territori. E tra l' eolico, che piace ai grillini, e il gas, che invece aborrono, il confronto è presto fatto. Trasportare attraverso gli elettrodotti l' energia prodotta dalle turbine offshore costa 96 euro al chilometro per gigawatt, contro i 4 euro del gas. Un sovrapprezzo che finisce direttamente in bolletta. Senza considerare la scarsità di vento sulle nostre coste rispetto ai Paesi del Nord Europa che limita la produzione e non giustifica, quindi, gli investimenti. Salvo prevedere sussidi pubblici. E torniamo alla solita domanda: vogliamo più Stato o meno Stato nell' economia? di Sara Tommasi