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Golpe finanziario, Merrril Lynch svela il ricatto: "Lo spread a 400 se...". Conti e banche, verso il collasso

Giulio Bucchi
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Italia "ventre molle dei mercati". I nuovi campanelli d'allarme dai buoni del Tesoro, alla vigilia del verdetto di Fitch sul rating atteso per venerdì sera (e prima di quelli di Moody's e Standard and Poor's), sembrano l'inquietante tic-tac prima della "sveglia", quel golpe finanziario di cui ha parlato Giancarlo Giorgetti in una esplosiva intervista su Libero a inizio agosto. I tempi sono maturi, e Ralf Preusser, capo globale del Rates Research della finanziaria Merril Lynch, non nasconde l'incubo. Leggi anche: "Italia alla deriva", il tremendo effetto a catena. Addio euro? "Per noi - spiega a Repubblica - lo spread non resterà su questi livelli sino a fine anno". Da una parte i giudizi sul rating, dall'altra le incognite della manovra e i dubbi su deficit e debito pubblico. Un combinato disposto che, prosegue il dirigente, potrebbe far "impennare lo spread facilmente a 400 punti base". Roba da autunno 2011, per intenderci, nel pieno della crisi che portò Silvio Berlusconi alle dimissioni. In caso però di "scelte ragionevoli di finanza pubblica", rientrerà "fino a 170". Resta un problema strutturale, non legato al governo di Lega e M5s e alle sue scelte: "Per il debito c'è una questione di lungo termine composta dalla bassa crescita e dalla bassa inflazione, che è un problema per i debitori perché aumenta i tassi reali". Senza taglio del debito e ripresa della crescita, assicura Preusser, "dovrete affrontare una inevitabile accelerazione della fuga dei capitali, in condizioni sempre più d'emergenza per le banche". 

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