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Pensioni d'oro, la mannaia del M5s: tagli sopra i 4.500 euro netti

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Cristina Agostini
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Il M5s gode: taglierà le pensioni con l'accetta. "Con grande soddisfazione, possiamo annunciarvi che abbiamo abbassato il tetto: taglieremo le pensioni d'oro superiori ai 4.500 euro netti", esulta su Facebook il capogruppo grillino alla Camera, Francesco D'Uva: "Questo ci permetterà di innalzare in maniera sostanziosa anche le pensioni minime", "ovviamente il taglio riguarderà solamente la parte non contributiva, che tradotto significa: percepirai in base a quanto hai effettivamente versato". Leggi anche: Catastrofe-pensioni, servono 3 miliardi e... Risposta: quali assegni tagliano, chi ci rimette Insomma è stato corretto il contratto di governo che aveva fissato una soglia più elevata (5mila euro netti) e ora, riporta Il Giornale, si apre un nuovo scenario con la Lega. Dal taglio delle pensioni e considerando un minor gettito Irpef non si riesce a finanziare completamente l'aumento delle pensioni minime presentato come pensione di cittadinanza a 780 euro il cui costo va da 1 a 2 miliardi di euro (si arriva a circa 10 miliardi se si aggiunge il reddito di cittadinanza). Tema su cui i grillini non mollano. "Qualcuno ha il coraggio di opporsi a questa cosa? Se lo prenda. Ma per quanto mi riguarda, è nel contratto di governo, si chiama pensione di cittadinanza. D'ora in poi non ci deve essere più nessun pensionato che prende meno di 780 euro al mese", ha detto Luigi Di Maio, anticipando le critiche leghiste. Ma c'è anche la questione politica: in linea di massima i titolari delle "pensioni d'oro" sono al Nord dove si vota Lega mentre a beneficiare delle "pensioni di cittadinanza" sarebbero per lo più meridionali. Matteo Salvini rischierebbe poi di perdere la battaglia su "quota 100" se le uscite anticipate fossero eccessivamente penalizzanti per coloro che vogliono accedere in anticipo all' uscita dal lavoro.

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