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Manovra, JP Morgan pronta ad acquistare titoli pubblici italiano: ci sala Donald Trump?

Matteo Legnani
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Il fuoco incrociato dall'Europa è già partito da tempo. Ma da Oltreoceano potrebbero arrivare notizie positive sul fronte del debito pubblico, proprio appena prima che arrivino i giudizi delle agenzie di rating Standard & Poors e Moody's e a qualche settimana dalla fine del Quantitative Easing, che per anni ha garantito l'acquisto di titoli italiani da parte della Bce e uno spread stabile. A parlare, in una intervista a Il Sole 24 Ore, è Nick Gartside, capo della divisione reddito fisso e commodities della divisione di asset management di JP Morgan, colosso che gestisce attività del valore complessivo di 1,7 triliardi di dollari e un portafoglio obbligazionario valutato 484 miliardi. Il manager non nasconde che “l'impennata dello spread italiano rappresenta un'opportunità di investimento” perché i fondamentali macroeconomici italiani sono tutt'altro che negativi e, in questo contesto, non è certamente la spesa in deficit a rappresentare un rischio. “Tanti governi, a partire da quello americano, stanno facendo deficit spending. Non vedo nulla di strano nel fatto che anche l'Italia faccia altrettanto. È una tendenza che andrà ad aumentare nei prossimi anni. Per compensare la riduzione dello stimolo monetario si utilizzerà sempre di più la leva fiscale” Leggi anche: Spread, quale è la banca italiana a rischio collasso

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