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Recessione, panico nel governo. Armando Siri: "Significa uccidere il malato"

Giulio Bucchi
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Le stime di Bankitalia agitano il governo. A Palazzo Koch si parla ufficialmente di nuova "recessione", con la crescita del Pil dimezzata per il 2019 (dall'1% preventivato dal governo allo 0,6 "reale") e a Palazzo Chigi ora la parola d'ordine è negare con forza ogni ipotesi di manovra correttiva. Non ora, almeno: sarebbe un colpo mortale alla manovra (già di per sé una grossa scommessa sulla ripresa) e soprattutto a M5s e Lega, alla vigilia delle elezioni europee di maggio. Leggi anche: "Il boom economico" di Di Maio? Sciagurato: per Bankitalia siamo in recessione Se ne riparlerà dopo il voto, insomma. Luigi Di Maio, d'altronde, snobba Bankitalia ("Non ci ha mai preso" e "proiezioni apocalittiche") e considera il governatore Ignazio Visco un "fiancheggiatore dell'establishment", come riporta Il Messaggero. Stesso clima dentro la Lega. Il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, economista di fiducia di Matteo Salvini, tiene il punto: "Fare una manovra correttiva sarebbe un'operazione recessiva, vorrebbe dire uccidere il malato invece di guarirlo". Anche perché, conclude, "non ha senso intervenire prima di vedere gli effetti espansivi della legge di bilancio appena varata".

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