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Imu, stop a seconda rata per prima casa, fabbricati rurali e terreni agricoli coltivati

Fabrizio Saccomanni

L'importo della rata pari a 2,15 miliardi compresi gli immobili strumentali agricoli sarà coperta con misure a carico del sistema bancario

Ignazio Stagno
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Alla fine Fabrizio Saccomanni dovrà rinunciare al suo sogno più grande: far pagare la seconda rata dell'Imu. Il Consiglio dei Ministri riunito mercoledì 27 novembre ha trovato le coperture per evitare agli italiani di sborsare la seconda rata dell'imposta sulla prima casa. Il governo ha approvato il decreto legge sulla cancellazione della seconda rata dell'Imu, sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia e sulla dismissione degli immobili pubblici. "Il Governo ha mantenuto l'impegno di cancellare la seconda rata dell'Imu per la prima casa e per i terreni agricoli e immobili strumentali", ha detto il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. Saccomanni ha precisato che i "dettagli del decreto sono in fase finalizzazione", ma ha anche anticipato che "l'importo della rata pari a 2,15 miliardi compresi gli immobili strumentali agricoli sarà coperta con misure a carico del sistema bancario. Un terzo coperto con anticipi sulle posizioni del risparmio amministrato e per due terzi con aumento di anticipi su Ires e Irap, a fronte di un aumento dell'aliquota Ires e Irap per il 2014, imposta che per un anno soltanto graverà sulle banche". Saccomanni ha aggiunto che la seconda rata dell'Imu viene "coperta con una imposizione accresciuta sulle banche una tantum con un anticipo cospicuo vicino al 130% che però è accettabile anche dal punto di vista" della normativa Ue. Per la copertura dello stop ci saranno rincari su banche e assicurazioni. Per quanto riguarda l'IMU agricola per i fabbricati rurali e per gli imprenditori agricoli professionali relativamente ai terreni è prevista l'esenzione totale dal pagamento della seconda rata   La beffa - Ma in realtà dietro le dichiarazioni si nasconde una piccola trappola. Tecnicamente si chiama "applicazione del principio di federalismo responsabile". In pratica se il comune ha alzato le aliquote, deve assumersene le responsabilità davanti agli elettori. Sentendo gli annunci del governo sembrerebbe che la seconda rata è del tutto cancellata. Ma non è così, in realtà. Non per i seicento comuni che, in tattesa di capire cosa avrebbe deciso il Governo, hanno alzato le aliquote. Fra questi ci sono Milano, Bolgona, Napoli e Genova. Chi possiede una casa in uno di questi Comuni a gennaiio dovrà pagare la metà di quanto previsto dall'aumento mentre il governo si "accolla" l'altra metà. A meno che il Comune non rinuncia a quel gettito. Insommaqu quella dell'esenzione è una specie di beffa per chi vive in determinati Comuni. La seconda rata dovrà essere pagata entro il 16 gennaio.  

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