Lavoro: Cgil Umbria, serve stop a massacro occupazionale

martedì 31 dicembre 2013
Lavoro: Cgil Umbria, serve stop a massacro occupazionale
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Perugia, 30 dic. (Adnkronos/Labitalia) - "Serve uno stop al massacro occupazionale anche in Umbria, dove sono 35mila i posti di lavoro persi dall'inizio della crisi". Lo chiede Mario Bravi, segretario generale della Cgil Umbria. "Nel 2014 entreremo nel settimo anno dall'inizio della crisi -aggiunge- e la situazione del mondo del lavoro, dei suoi diritti e delle sue prospettive, è in drastico e continuo peggioramento. In Umbria, come hanno confermato le analisi dell'Ires, 125mila sono le persone in grave sofferenza in relazione alla questione centrale rappresentata dal lavoro, 41mila sono i disoccupati, 24mila i cassintegrati, 23mila i neet (scoraggiati), 37mila i lavoratori in condizioni di estrema precarietà". Non solo, dice Bravi: "Oltre 170 ormai sono le vertenze aperte. Molti immigrati stanno andando via dall'Umbria, ed è ulteriore segnale di impoverimento". E "su 260mila pensionati complessivi, ben 140mila vivono con pensioni al di sotto di 1.000 euro mensili (lordi), ben 21mila sotto le 500 euro mensili e inoltre di fronte a un importo medio nazionale delle pensioni pari a 1.131 euro, in Umbria lo stesso importo è di 1.050 euro; con una differenza profonda tra uomini e donne (1.350 è l'importo medio mensile per gli uomini e 950 euro per le donne)", spiega. "Occorre uscire da questa situazione, da questo vero e proprio massacro delle condizioni del lavoro; sapendo che la condizione dell'Umbria è fortemente legata alla situazione del paese e dell'Europa. Il rischio che corriamo, anche con la discussione aperta sul job act, è quello di continuare sulla strada di proclami altisonanti senza densità di contenuti. Va detto con chiarezza che è sbagliata l'idea di sopprimere in questa crisi devastante la cig semmai occorre andare ad una riforma degli ammortizzatori in senso estensivo e universalistico", conclude.