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Nicola Porro, fonti autorevoli: "Conte e Gualtieri potrebbero rinviare le tasse al 2021, ma non vogliono". Motivo: disastro in arrivo

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Perché il governo non fa slittare al 2021 le entrate tributarie del 2020? Semplice. Perché teme di incassarne di meno nel 2021, a fronte della chiusura di molte aziende causa lockdown da coronavirus. Brutale, ma forse vero. Lo sostiene Nicola Porro, che sul suo blog dà spazio a Enrico Zanetti, montiano ex segretario di Scelta civica e soprattutto ex viceministro dell'Economia del governo Renzi. Non un salviniano o un meloniano, insomma.

 

 


Se il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri decidessero di "graziare" imprenditori e liberi professionisti, rinviando di 12 mesi l'incasso delle tasse, compirebbe un atto di buonsenso, solidarietà, giustizia sociale. Eppure non lo fa. Numeri alla mano, non è per una questione contabile, spiega Zanetti. Con il mancato ingresso di 50 miliardi di tasse, il Def appena approvato "evidenzierebbe sul 2020 un deficit al 13,5% invece che al 10,4% e un rapporto debito/Pil al 158,7% invece che al 155,7%, ma evidenzierebbe poi sul 2021 un deficit al 2,6% invece che al 5,7% e un rapporto debito/Pil al 152,8%, cioè sostanzialmente identico a quello del 152,7% che figura nel Documento Economico e Finanziario". Non sarebbe dunque questo, il problema, anche perché il 2020 verrà considerato da tutti, in Europa, un "anno sabbatico". Il rinvio viceversa otterrebe il risultato di dare ossigeno a imprese e Partite Iva. "Perché allora il governo si ostina pervicacemente a non farlo?", si chiede Zanetti. "Il governo pensa, evidentemente, che, se sposta gli incassi fiscali di quest’anno al prossimo, potrebbe essergli più difficile incassarli, perché le imprese e le partite Iva potrebbero essere in difficoltà ancora maggiore. Meglio allora concedere garanzie per finanziamenti bancari che in questa prima fase verrebbero utilizzati".

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